Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 6 luglio 2013

Ateismo, la malattia che spegne il pensiero

Il riposo della mente è la morte dello spirito: l’uomo ha necessità di muoversi costantemente per sentirsi vivo ed è salutare per esso ogni genere di attività intellettuale, riflessiva, meditativa, orante, razionale e di pensiero, l’uomo è un essere pensante e la sua vita non è riconducibile solamente alle funzioni biologiche, egli è mente e cuore, spirito libero e immanente, ogni persona umana è anima a sé e per sé; il moto del pensiero è la vera vita, l’inattività è morte, questo lo si deduce molto bene soprattutto in quelle persone che hanno saputo invecchiare meglio, tenendo ben sveglia la loro attività mentale, le funzionalità del cervello: per la scienza atea il cervello produce la mente, quindi la mente è un prodotto derivante dalla materia, nulla che si esprime attraverso le facoltà mentali ha un’origine diversa dalla chimica del cervello e dalla sua fisiologia, questa è semplicemente una teoria aberrante nonché falsa e impostora, una teoria dell’arroganza e dell’ignoranza, che ha portato a commettere crimini come quelli perpetrati nel passato in ambito psichiatrico, crimini come la pratica psicochirurgica della leucotomia, consistente nell’interruzione delle fibre bianche dei lobi prefrontali, oggi pressoché abbandonata per ovvie ragioni, che secondo i suoi sostenitori più fanatici, era una tra le migliori terapie per sanare la mente malata degli psicotici gravi e degli schizofrenici, producendo leffetto permanente di estirpare i sintomi come le allucinazioni, linterpretatività delirante, o le ossessioni maniacali... insomma la pretesa di curare i disturbi mutilando il cervello, invalidandolo ulteriormente, intervenendo in modo invasivo sulla presunta causa originaria del male, qualcosa che il buon senso condiviso da tutte le persone di buona volontà ha potuto esprimere solamente con il vocabolo orrore, qualcosa che è paragonabile per gravità allomicidio di un innocente; l’uomo è ben oltre la natura del corpo e coloro che non lo comprendono sono soggetti pericolosi, perché non riconoscono il valore della persona umana come anima e cadono sovente in gravi errori di giudizio morale, si può benissimo affermare che questi esponenti della scienza preconcetta e indiscutibile siano senza senso dell’umano e senza legge morale, o meglio la legge morale se la disegnano a propria utilità e piacimento, andando oltre la soglia del bene e del male, sprofondando nell’errore e nel peccato, e costruendo i presupposti della loro rovina eterna: il male non è senza conseguenze per chi lo commette aderendovi per scelta, ma lasciamo pure che gli stolti si illudano. Per essere felici e fare il bene proprio e del prossimo, occorre riconoscere l’esistenza di una Legge morale oggettiva scritta nella natura spirituale umana, occorre riconoscere come irrinunciabile e indiscutibile la Legge di Dio, occorre osservare i Comandamenti, questa è la sola via per la libertà e la piena realizzazione della creatura umana. Certi atti sono implicitamente immorali, sono male di per sé stessi, perché contrari alla Legge di Dio e fanno male all’uomo che li commette e li fa subire agli altri, fanno male agli altri che li subiscono, sono atti che favoriscono la diffusione dell’empietà, quindi l’empietas non è una fantasticheria misticheggiante o religiosa, dell’empietas si possono osservare le conseguenze deleterie e maligne nella società degli individui e nei singoli, l’empietas porta al disordine, alla sofferenza e alla morte: l’empietas è reale quanto quello che si può vedere con gli occhi e toccare con mano! Ma nel mondo tutti vogliono far finta di niente, perché l’indifferenza secondo una certa concezione filosofica in parte stoicista ed in parte epicurea, o meglio secondo l’affermata mentalità mondana libertaria ed edonistica, è un presupposto prettamente egoistico alla propria felicità, e a quella del proprio piccolo gruppo sociale, in quanto nella vita per essere felici bisogna ignorare coloro che non sono noi: in questo modo il male morale imperversa e a rimetterci siamo tutti, indistintamente; è il diavolo tentatore che cerca il male per il male, per provocare al genere umano il peggiore danno possibile, senza rendercene del tutto consapevoli lo seguiamo, e precipitiamo in un baratro infernale. La natura dell’uomo è malata e tutti partecipiamo alla medesima malattia, se non riconosciamo questa verità che ci accomuna, viviamo l’illusione di una vita esente da qualsiasi possibilità di disfacimento, di deterioramento, comunque quando giungiamo alle soglie della morte ci accorgiamo della nostra labilità naturale, perché l’anelito del nostro cuore, il nostro inespresso desiderio, è quello dell’immortalità. Chi si affida alla vita terrena è già morto, e non lo sa, perché la realtà vera è estranea alla natura, è oltre la natura, la sua conoscenza è inevitabile per ciascuno di noi.

Nessun commento:

Posta un commento