Sposarsi è una vocazione, per
formare la cellula fondamentale della società umana: uomo e donna sono
complementari, cioè creati da Dio Creatore l’uno per l’altra; lo scopo del
matrimonio è l’unità della coppia nell’amore e la procreazione dei figli per
formare nuove generazioni allo scopo di dare continuità all’umanità. La Chiesa
fa del matrimonio un sacramento, quindi segno e strumento per la vita di grazia
del cristiano e della cristiana che abbiano raggiunto la maturità, l’adultità. Il
sacramento del matrimonio è indissolubile per volontà di Dio, quindi secondo la
Legge del Creatore: gli sposi che contraggono matrimonio devono sapere che
stanno facendo un patto per la vita, che la loro unione è per la vita, la
reciproca fedeltà per sempre… spezzare la promessa del matrimonio è andare
contro la volontà di Dio, contro la Legge di Dio, è seguire le pulsioni del
proprio egoismo e del proprio capriccio, è peccare gravemente contro la virtù di
Carità per fare quello che si pensa essere il proprio interesse: significa
cadere nell’errore e nel male dell’adulterio. Cristo nel Vangelo afferma l’indissolubilità
del matrimonio sacramento e la gravità dell’adulterio; oggi l’istituzione della
famiglia è a rischio, è minacciata da tutte quelle forme di convivenza che sono
contrarie all’ordine e alla Legge di Dio: coppie che sono soltanto caricature
della vera famiglia, coppie e convivenze che scimmiottano la genuinità della
famiglia fondata sul matrimonio, così come la vuole anche il Diritto
costituzionale italiano. L’esercizio della sessualità va praticata
esclusivamente nel matrimonio, a scopo unitivo per il rinsaldarsi continuo del
rapporto di coppia, e a scopo procreativo per la generazione della prole: la
pratica della sessualità fuori dal matrimonio è adulterio o fornicazione, è un
male che degrada la società in molteplici forme, è un disordine contrario all’ordine
stabilito dal Creatore, significa guastare i rapporti tra membri della medesima
società… Chi va contro il matrimonio va contro il bene della società umana e il
suo giusto ordine, è nemico della solidarietà e del giusto; chi commette
adulterio va contro il bene del matrimonio per volgersi al proprio desiderio:
coloro che sono adulteri si autoescludono dalla comunione con la Chiesa, non
potendo più partecipare alla sua vita sacramentale, che è opera pubblica,
liturgia, come pubblico è stato il loro matrimonio. Hanno negato la Chiesa con
le loro scelte e di conseguenza vengono negati dalla comunità soprannaturale
della Chiesa, dalla Comunione dei santi, da questo mistero di grazia. Comunque
non penso che gli adulteri provino rimorso per essere usciti volontariamente
dalla Chiesa, penso che non siano più neanche credenti… ma le vie del Signore
sono infinite. La Chiesa cerca i suoi figli perduti e li rivuole con sé: “ misericordia
io voglio e non sacrificio ”, dice il Signore; bisogna avere misericordia verso
chi ha sbagliato e non sa di avere sbagliato, lo vuole Dio. I divorziati non
sono comunque del tutto estranei alla vita della Chiesa, essi se lo vogliono
possono rimanere nella Chiesa come credenti e partecipare alla liturgia, alla
preghiera comune ed individuale, conducendosi in una vita retta ed onesta a
gloria di Dio: non possono però partecipare ai sacramenti che sono pubblici,
come pubblico è stato il loro matrimonio. Questo secondo il disegno di Dio e
non secondo l’arbitrio dei ministri della Chiesa o di uomini comuni. Verginità
vuol dire amore e consacrazione a Dio, è un grande valore, per cui vale la pena
votarsi integralmente: i vergini e le vergini scelgono questo stato di vita per
essere totalmente del Signore, al servizio del prossimo, della Carità con cuore
indiviso. E’ una grande virtù che purtroppo oggi, al tempo presente, non è
compresa nella sua vera portata; non è semplicemente qualcosa di fisico, di
carnale, è soprattutto una scelta profondamente spirituale: deve essere
accompagnata dalla castità e dal dominio di sé, delle proprie passioni, dei
propri istinti sensuali, richiede impegno e fatica, quindi è veramente
meritoria.
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