Il termine sottomissione significa servizio e umiltà, davvero l’umiltà è quella virtù da cui tutte le altre scaturiscono, quanto di spirituale nell’atteggiamento di una persona verso l’altra può portare all’equilibrio, alla cura, al rispetto e alla pace, una persona che si sottomette all’altra secondo una certa mentalità un po’ in disuso la quale servire significa perdere dignità, proprio quando compie un servizio ama con tutto il cuore, si dispone a condividerne la vita, le gioie e le sofferenze ma anche la medesima fede in Cristo come fedeli della medesima Chiesa, l’amore tra Cristo e la Chiesa si esprime con la metafora bella e poetica dell’amore dello sposo per la sua sposa, del matrimonio e della relazione fra gli sposi, che è comunione psicologica, armonia di due cuori che battono all’unisono, concordanza di sentimenti e propositi, ma persino commistione fisica, dove ciascuno – maschio e femmina – ha la stessa importanza e dignità, parità di valore nella distinzione dei ruoli, nelle naturali differenze e attitudini. L’amore mette tutti sullo stesso piano infatti l’amore di Cristo eleva la sua Chiesa alla dignità di Dio, il progetto di Dio per l’uomo è la sua divinizzazione, la partecipazione alla vita divina. È secondo me un brano della Scrittura (Ef 5,21-32) significativo per il suo senso simbolico che parla proprio del rapporto affettivo tra uomo e donna. Questa nostra società è una società violenta dove gli uomini talvolta uccidono le donne con ciò che è stato definito dai media col termine femminicidio, occorrerebbe una rivoluzione culturale, morale e intellettuale che cambi le coscienze per superare patriarcalità, maschilismo, misoginia e discriminazione di genere. Sono nostre madri, spose, figlie, sorelle e amiche, dobbiamo difendere la loro vita con tutti i mezzi leciti, vita che è preziosa e che nessun uomo ha il diritto di portare loro via. Occorre sensibilità, rispetto, gentilezza e un vero interesse per il prossimo e per la sicurezza di tutti. Un uomo che uccide una donna è un vigliacco privo di amore, in un soggetto così ci leggo soltanto una grande malvagità, quegli uomini non sono malati, sanno quello che fanno, occorre la certezza della pena ma soprattutto la prevenzione dappertutto riformando l’educazione dei giovani e dei giovanissimi, tutto inizia dalla famiglia, dalla scuola e dalla parrocchia, le nostre istituzioni devono crescere i figli secondo i canoni dell’empatia e non del successo economico ad ogni costo e della legge del più forte. Educhiamo ad amare e a superare la depravazione del possesso della donna con la compassione e la capacità di lasciare andare quando una relazione finisce, di mettersi il cuore in pace, di accettare la nuova situazione benevolmente, di rispettare le scelte dell’altro. Il perdono è segno di forza, di un buon carattere, di coraggio e nobiltà d’animo come la non violenza e il dominio di sé, delle proprie passioni primordiali. Sono gli uomini violenti che devono cambiare perché il problema non sono le donne, il problema è da sempre dentro di loro ed è da sempre purtroppo irrisolto. Comunque ci sono individui che non cambiano mai e che nel loro mondo interiore vivono una sorta di anticamera dell’inferno. Dio giudicherà.
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