Durante un esorcismo (di cui tratta il libro L’ultimo esorcista: La mia battaglia contro Satana di Gabriele Amorth e Paolo Rodari, ed. Piemme 2012) i demoni presenti nella casa affermarono tramite una posseduta da loro tormentata che erano costretti ad andarsene da lì a poco per la presenza di troppa ‘luce’, si riferivano alle preghiere continue – in particolare il Santo Rosario – che in quel luogo venivano recitate, luce per loro è anche l’Eucarestia o un’anima in grazia, luce sono gli atti di carità nei confronti del prossimo, questo per sottolineare l’importanza della preghiera per estromettere il male dalle nostre vite, per confutare coloro che sono convinti dell’inutilità della preghiera, di una sua presunta efficacia reale o dei suoi benefici a favore delle persone – la preghiera cristiana non è superstizione o favola –, in quanto la liberazione dal male comincia proprio dal pentimento, dal chiedere perdono al Signore per le colpe commesse in vita e questo è possibile soltanto attraverso la preghiera e in nessun altro modo, preghiera è anche il perdono a chi ci ha offeso per spezzare il legame che radichiamo nel nostro cuore con l’odio e i demoni sono essenzialmente odio. Se la preghiera è luce soprannaturale che allontana gli spiriti del male, il peccato è tenebra e un’anima in peccato mortale è nera come il carbone, è corrotta come un frutto marcio, è morta alla grazia e avvolta nelle tenebre dell’inferno e spesso questo buio interiore traspare dagli occhi inferini, dallo sguardo che si connota in certi momenti di verità, perché l’uomo vive di due dimensioni che sono quella spirituale e quella materiale, è fatto anche di anima invisibile oltre che di corpo visibile, sono dimensioni o realtà che si compenetrano quasi indistinguibili, ciò manifesta la nostra autentica dignità e la nostra chiamata a seguire la via delle virtù che conduce al Cielo.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
giovedì 30 gennaio 2025
venerdì 24 gennaio 2025
Le maledizioni generazionali o l'ereditarietà del male
Il male che si tratti di influenze diaboliche o disordini morali non si eredita dall’albero genealogico tramite parenti e antenati, non ci sono demoni che nuocciono passando di generazione, il male che si tratti anche della possessione diabolica non è contagioso e ci si libera con la conversione alla Legge morale, la preghiera assidua e la vita di grazia, pregando per un altro certamente lo si aiuta, ciascuno risponde al Signore singolarmente per i propri peccati, ciascuno è responsabile delle proprie azioni, le anime come dice l’Apocalisse vengono giudicate singolarmente e le colpe dei genitori non ricadono sui figli, o sui figli dei figli, convincersi che il male spirituale sia come una malattia infettiva è cadere nel magico e nella superstizione.
giovedì 23 gennaio 2025
Silloge poetica n°054
LITURGIE
Le chiese del tutto vuote
di anime credenti,
tabernacoli con l'Ostia abbandonata
e la preghiera annientata
dai centri commerciali,
queste nuove grandi cattedrali
dello spirito modernista
e del consumismo sfrenato
dove il denaro
compra tutte le liturgie,
dove il denaro
svuota le persone
di umano interessamento,
riempie di illusioni
e di vacua distrazione,
la ricerca è finita
e chi è convinto di avere trovato
il buon senso alla vita,
ha estromesso la morte
nascondendola come l'ultimo scandalo,
ci sono soltanto prodotti
nelle case della gente borghese
e non c'è più
quel venerando Rosario,
con le Ave e i battiti del nostro cuore
che pregato la sera
concludeva le giornate di lavoro
così faticoso,
dei tanti poveri e l'umile ancella
Vergine Madre
che qualche antico profeta di buon nome
definì con giusto sentire –
abbracciati dal Signore della vita
e pupilla del suo occhio.
MEFISTOFELE
Vittima dell'odio veemente
è il branco dei lupi,
ancestrale viatico alla immota notte,
tra le morti blasfeme la più avara.
Sentire freddo nel turpe buio, antro gioviale di perdute spoglie
e laggiù nei meandri dell'ignoto
la grande arpa che suona melodie vecchie di secoli,
nei libri dei poeti l'iride di Anubis
quando l'asperità del mondo decadente
sceglie il tuo cuore.
Non saprei se sono le lucciole
sul calar del Sole
le idee che violano la mente tanto pura,
ma è soltanto l'ambra dei cinerei
che tiene avvinta la speranza
delle solitudini
in cui ciascuno tesse la tela del fato.
martedì 14 gennaio 2025
Che senso ha pregare gli Angeli in una società che tende ad evadere dalla realtà? fede o impostura?
Molti si sentono attratti dal demoniaco, da satana e dal mondo dell’occulto e dimenticano la preghiera cristiana rivolta agli Angeli del Signore, gli Angeli santi che ci amano desiderosi di farci del bene, ci sono anche loro nascosti e separati dalla nostra percezione sensoriale e quindi invochiamoli con fede per riceverne aiuto, non soltanto spirituale ma anche materiale, così lontani e così vicini...
Origine della corona angelica
Questo pio esercizio fu rivelato dall’Arcangelo Michele stesso alla serva di Dio Antonia de Astonac in Portogallo.
Il Principe degli Angeli apparendo alla Serva di Dio disse che voleva essere venerato con nove invocazioni in ricordo dei nove Cori degli Angeli.
Ogni invocazione doveva comprendere il ricordo di un Coro angelico e la recita di un Padre nostro e tre Ave Maria e concludersi con la recita di quattro Padre nostro: il primo in suo onore, gli altri tre in onore di S. Gabriele, S. Raffaele e degli Angeli custodi. L’Arcangelo promise ancora di ottenere da Dio che colui che l’avesse venerato con la recita di questa coroncina prima della Comunione, sarebbe stato accompagnato alla sacra Mensa da un Angelo di ciascuno dei nove Cori. A chi l’avesse recitata ogni giorno prometteva la continua particolare assistenza sua e di tutti gli Angeli santi durante la vita e in Purgatorio dopo la morte. Benché queste rivelazioni non siano ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, tuttavia tale pia pratica si diffuse tra i devoti dell’Arcangelo Michele e dei santi Angeli.
Il Sommo Pontefice Pio IX fece arricchire di numerose indulgenze questo pio e salutare esercizio.
COME SI RECITA:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
S. Michele Arcangelo, difendici nella lotta, per essere salvati nell’estremo giudizio
1a Invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del celeste coro dei Serafini, ci renda il Signore degni della fiamma di perfetta carità. Pater, tre Ave al 1° Coro Angelico.
2a invocazione
Ad intercessione di S. Michele Arcangelo e del Coro celeste dei Cherubini, voglia il Signore darci la grazia di abbandonare la vita del peccato e correre in quella della cristiana perfezione. Pater, tre Ave al 2° Coro Angelico.
3a invocazione
Ad intercessione di S. Michele Arcangelo e del sacro Coro dei Troni, infonda il Signore nei nostri cuori lo spirito di vera e sincera umiltà. Pater, tre Ave al 3° Coro Angelico.
4a invocazione
Ad intercessione di S. Michele Arcangelo e del coro celeste delle Dominazioni, ci dia grazia il Signore di dominare i nostri sensi e correggere le corrotte passioni. Pater, tre Ave al 4° Coro Angelico.
5a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del celeste Coro delle Potestà, il Signore si degni di proteggere le anime nostre dalle insidie e tentazioni del demonio. Pater, tre Ave al 5° Coro Angelico.
6a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del Coro delle ammirabili Virtù celesti, non permetta il Signore che cadiamo nelle tentazioni, ma ci liberi dal male. Pater, tre Ave al 6° Coro Angelico.
7a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del Coro celeste dei Principati, riempia Dio le anime nostre dello spirito di vera e sincera obbedienza. Pater, tre Ave al 7° Coro Angelico.
8a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del Coro celeste degli Arcangeli, ci conceda il Signore il dono della perseveranza nella fede e nelle opere buone. Pater, tre Ave al 8° Coro Angelico.
9a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del Coro celeste di tutti gli Angeli, si degni il Signore concederci di essere da essi custoditi nella vita presente e poi introdotti nella gloria dei cieli. Pater, tre Ave al 9° Coro Angelico.
Si reciti un Padre nostro a San Michele. Un Padre nostro a San Gabriele. Un Padre nostro a San Raffaele. Un Padre nostro all'Angelo Custode.
Preghiamo
Onnipotente, sempiterno Dio, che con prodigio di bontà e misericordia, per la salvezza degli uomini hai eletto a Principe della tua Chiesa il glorioso San Michele, concedici, mediante la sua benefica protezione, di essere liberi da tutti i nostri spirituali nemici. Nell’ora della nostra morte non ci molesti l’antico avversario, ma sia il tuo Arcangelo Michele a condurci alla presenza della tua divina Maestà. Amen.
Alla recita della Corona Angelica sono concesse le seguenti indulgenze accordate da Papa Pio IX (santa Congregazione dei Riti, 8 agosto 1851) e oggi modificate secondo la nuova disciplina delle indulgenze:
1) L’indulgenza parziale ogni volta che si recita la Corona Angelica o si porta addosso detta Corona con l'effige dei Santi Angeli.
2) L’indulgenza plenaria una volta al mese se si reciterà quotidianamente e, confessati e comunicati, si pregherà per la santa Chiesa e per il Sommo Pontefice.
3) L’indulgenza plenaria, alle solite condizioni, nelle festività dell’Apparizione di San Michele (8 maggio), degli Arcangeli (29 settembre) e dei Santi Angeli Custodi (2 ottobre).
Ogni maledizione o peccato grave corrobora i demoni
Non si deve odiare con il proposito malvagio e le parole colme di cattiveria perché i demoni si attivano anche con una parola maldicente, con parole di maledizione e nuocciono così alle persone e non soltanto a chi malediciamo ma anche a chi maledice, prima o poi l’empietà si ritorce su chi evoca il male, invece la carità, il perdono e la preghiera del Santo Rosario ci difendono spezzando il legame intercorso con gli spiriti impuri. Il potere dei demoni di farci del male è essenzialmente quello che gli conferiamo noi con i nostri peccati, senza la permissione di Dio non possono nulla.
La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
~ Efesini 6,12
Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà
Questa è la civiltà dell’intrattenimento e dell’inganno collettivo tramite i media di massa dove alle persone non importa niente degli altri, dove la pietà è morta come il senso di Dio e del peccato, dove contano soltanto il denaro, il successo e l’apparire, in una civiltà come questa la vita umana – soprattutto quella fragile e di scarto – è deprezzata all’ennesima potenza e i valori del cristianesimo che hanno fondato il vero progresso delle coscienze sono stati quasi del tutto dimenticati in una notte non soltanto etica ma della ragione e a dimostrarlo sono gli eventi di tutta la storia della modernità, un’epoca paradossale tra umanesimo, diritti umani riconosciuti e difesi, edonismo, egotismo e cultura della morte e legge del più forte, una società sempre più violenta e avida di beni materiali. E quella civiltà dell’amore che il cattolicesimo ha da sempre proposto?
La presenza reale, mistica e nascosta di Gesù
Il sacerdote esorcista della Diocesi di Roma, padre Gabriele Amorth, riuscì ad ottenere nei suoi innumerevoli esorcismi alcune frasi sconvolgenti legate all’Adorazione Eucaristica. Queste parole, strappate ai demoni, rivelano la straordinaria potenza dello stare al cospetto del Santissimo Sacramento.
Di seguito, condivido queste frasi:
• “Eccolo là, nascosto in quel pane bianco! Ma non ci è nascosto; lo vediamo e la sua luce ci brucia. È come un fuoco che non possiamo spegnere!”
• “Quel pezzo di pane non è solo pane. È Lui, lo stesso che ci ha cacciato dal Cielo! “Lo odiamo, ma non possiamo avvicinarci!”
• “Se gli esseri umani sapessero chi c’è veramente, il mondo intero si inginocchierebbe e saremmo sconfitti per sempre!”
• “Ogni minuto trascorso davanti a Lui ci toglie le forze. Ci costringe a fuggire come codardi!”
• “Il luogo dove lo adorano è pieno di angeli. Non possiamo entrare lì nemmeno con le nostre trappole!”
• “Quando Lo adorate, Egli rafforza le vostre anime e distrugge tutto ciò che abbiamo fatto nelle vostre vite”.
• “Un’ora davanti a Lui ci porta via le anime che avevamo intrappolate per anni. È come una grande guerra contro di noi, e la perdiamo sempre!”
• “L’Ora Santa riempie di luce le vostre case e le vostre famiglie. “Non sopportiamo quella luce, ci acceca!”
• “Quando si fa l’Ora Santa per i peccatori, essi ricevono la Sua misericordia e le nostre catene si spezzano. Per noi è una condanna!”
• “Quelle ore di silenzio davanti a Lui sono come un martello che colpisce le nostre teste. Non possiamo resistervi!”
• “Quando lo guardano, non dicono nulla, ma Lui agisce nel loro cuore. Questo ci distrugge dall’interno!”
• “Il silenzio davanti a Lui è più potente di mille parole. Li riempie di grazia e li rende invincibili!”
• “Ogni momento di adorazione offerto dalle anime del purgatorio le rende libere. Quegli atti sono come spade che tagliano le nostre catene!”
• “Le anime che Egli libera ci prendono terreno e non possiamo riprenderlo!”
• “Quando offrono la loro adorazione per i morti, noi perdiamo e loro guadagnano la Sua luce. È insopportabile!”
• “Fermate questi culti riparatori! Ogni atto davanti a Lui distrugge ciò che abbiamo costruito con tanta fatica”.
• “Quando fanno ammenda per le bestemmie e i sacrilegi, ci indeboliscono più di quanto possano immaginare”.
• “L’adorazione riparatrice è veleno per noi. È come se distruggessero tutto ciò che facciamo nelle loro anime!”
• “Coloro che trascorrono del tempo davanti a Lui sono protetti! È come se avessero costruito una barriera tagliafuoco attorno a loro. Non possiamo raggiungerli facilmente!”
• “Ogni volta che uno di voi lo guarda con fede, riceviamo un castigo che ci ferisce più di mille catene”.
• “Quando qualcuno lo adora con tutto il cuore, ci toglie ciò che è nostro. Ci umilia ogni volta!”
• “Quelle preghiere davanti al Santissimo Sacramento per i peccatori sono la nostra rovina. Ricevono la Sua misericordia e si pentono, e questo distrugge le nostre trappole!”
• “Quando preghi per i perduti davanti a Lui, Egli ti mostra il Suo amore e spezza le nostre catene. Per noi è un disastro!”
• “Il culto per i peccatori ci lascia impotenti su di loro. Li copre con il suo sangue e non possiamo più toccarli!”
• “Ci brucia, ci brucia! “Quella luce che si irradia dal Santissimo Sacramento è come un fuoco che non si spegne mai”.
• “È vivo lì e non lo sopportiamo. Il suo sguardo ci distrugge”.
• “Ogni ostia consacrata è per noi un tormento. È presente e non possiamo avvicinarlo!”
• “Le anime che si consacrano all’Adorazione sono come spade che ci trafiggono. Non possiamo batterli!”
• “Quei piccoli gruppi che Lo adorano sono più potenti dei nostri interi eserciti”.
• “Un’ora con Lui vale più di migliaia di preghiere che non includono la Sua presenza”.
• “L’adorazione del Santissimo Sacramento è come la pioggia che spegne i fuochi che abbiamo acceso nel mondo”.
• “Quegli atti di culto portano la pace sulla terra”.
La dottrina sul peccato e la grazia non è un inganno psicologico
L’unico modo per mettersi dinanzi a Dio e capire se siamo in peccato mortale o in grazia è l’esame di coscienza, considerare i Comandamenti e per primo quello della carità e vagliare al presente e nel passato i nostri pensieri, propositi, sentimenti, parole e azioni ed anche l’aver omesso di fare il bene, l’indifferenza, l’egoismo o il disinteresse; per un peccato mortale occorre la volontà, conoscere e aderire con il cuore al male o ad un disordine morale e ostinarsi in esso senza dolore della coscienza altrimenti è soltanto fragilità umana, basta un peccato mortale di cui non ci si è pentiti per tempo perché i demoni ci trascinino all’inferno, il Vangelo raccomanda sempre la vigilanza e la preghiera, rimanere in grazia e salvarsi dipende essenzialmente dall’amare nelle sue molteplici sfumature, perseverare nella purezza, nella fede e nell’umiltà, non è tanto una questione di norme da osservare alla maniera farisaica ma di sensibilità, compassione e benevolenza. La vita è una battaglia molto difficile e un tempo di prova per tutti, si deve combattere contro le passioni della carne, le lusinghe del mondo e gli spiriti del male che ci tentano continuamente nella misura entro cui lo permette Dio, la mente è il loro territorio d’azione per giungere al cuore e incatenarlo, per salvarsi ciascuno deve fare la propria parte e spesso la sofferenza diventa la porta d’ingresso al Paradiso, la croce l’unica speranza per l’anima.
~ San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia affinché non periamo nel tremendo Giudizio. Amen.