L’unico modo per mettersi dinanzi a Dio e capire se siamo in peccato mortale o in grazia è l’esame di coscienza, considerare i Comandamenti e per primo quello della carità e vagliare al presente e nel passato i nostri pensieri, propositi, sentimenti, parole e azioni ed anche l’aver omesso di fare il bene, l’indifferenza, l’egoismo o il disinteresse; per un peccato mortale occorre la volontà, conoscere e aderire con il cuore al male o ad un disordine morale e ostinarsi in esso senza dolore della coscienza altrimenti è soltanto fragilità umana, basta un peccato mortale di cui non ci si è pentiti per tempo perché i demoni ci trascinino all’inferno, il Vangelo raccomanda sempre la vigilanza e la preghiera, rimanere in grazia e salvarsi dipende essenzialmente dall’amare nelle sue molteplici sfumature, perseverare nella purezza, nella fede e nell’umiltà, non è tanto una questione di norme da osservare alla maniera farisaica ma di sensibilità, compassione e benevolenza. La vita è una battaglia molto difficile e un tempo di prova per tutti, si deve combattere contro le passioni della carne, le lusinghe del mondo e gli spiriti del male che ci tentano continuamente nella misura entro cui lo permette Dio, la mente è il loro territorio d’azione per giungere al cuore e incatenarlo, per salvarsi ciascuno deve fare la propria parte e spesso la sofferenza diventa la porta d’ingresso al Paradiso, la croce l’unica speranza per l’anima.
~ San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia affinché non periamo nel tremendo Giudizio. Amen.
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