Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 31 marzo 2025

Se la grazia di Dio ci tocca interiormente siamo guariti

IL SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA
E LA COMUNIONE,
L’EUCARISTIA CHE CI GUARISCE
DALLE NOSTRE MALATTIE

In ogni Santa Messa celebrata da qualsiasi Sacerdote possiamo ricevere diverse guarigioni da parte di Gesù.

GUARIGIONE DELL’ANIMA

La prima guarigione può avvenire dall’inizio della Santa Messa e per tutto il suo corso. Nell’introduzione noi chiediamo perdono dei nostri peccati e se siamo sinceramente convertiti, con contrizione di carità e dolore della coscienza, facciamo il proposito di una buona Confessione con buone disposizioni interiori, se perdoniamo siamo perdonati. Ciò è necessario anche per la liberazione dagli spiriti del male e dal loro influsso malefico.

Per il Signore questa è la guarigione più importante.

GUARIGIONE DELLA MENTE

La seconda guarigione la possiamo ricevere durante tutta la Liturgia della Parola con la preghiera dei fedeli inclusa. Qui avviene la guarigione della mente o guarigione psicologica, se l’apriamo intelligentemente assieme al cuore all’ascolto di Dio che ci parla attraverso le letture e il suo Vangelo, l’eterna Sapienza ci apre la via alla comprensione e al significato autentico della vita e ci capacita della coerenza con i suoi insegnamenti.

GUARIGIONE DEL CUORE

Nella Liturgia Eucaristica durante l’offertorio e fino alla conclusione della Preghiera sulle Offerte e infine al Sacrificio incruento d’amore di Gesù per ciascuno di noi che attualizza il sacrificio della Croce, ci può portare la terza guarigione: quella del cuore e la guarigione dai nostri egoismi che tante tristezze e amarezze invece lo chiudono alla pietà verso gli altri, alla compassione.

COMUNIONE AL CORPO E SANGUE DI CRISTO

Con la Comunione al Santissimo Corpo e Sangue di Gesù riceviamo dal Signore tutto il suo amore e ogni grazia spirituale e temporale, riceviamo Gesù stesso, la Vita stessa di Dio che ci introduce alla beatitudine eterna in Cielo, l’anticipazione nell’anima dei beni eterni che il Signore ha promesso a coloro che lo amano ma che sempre dipendono dalla propria disposizione interiore, da un cuore penitente e dalla conversione personale alla Legge di Dio.

LAUDA SION,
di San Tommaso d’Aquino

Loda o Sion il Salvatore,
loda la Guida e il Pastore
in inni e cantici.

Quanto puoi tanto ardisci:
perché (Egli è) superiore ad ogni lode,
e (tu) non basti a lodarlo.

Come tema di lode speciale,
il Pane vivo e datore di vita
viene oggi proposto,
il quale, alla mensa della sacra cena,
alla schiera dei dodici fratelli,
non si dubita dato.

La lode sia piena, sia risonante,
sia lieto, sia appropriato
il giubilo della mente,
poiché si celebra il giorno solenne,
nel quale di questa mensa si ricorda
la prima istituzione.

In questa mensa del nuovo Re,
la nuova Pasqua della nuova legge
pone fine al vecchio tempo.

La novità (allontana) la vetustà,
la verità allontana l’ombra,
la luce elimina la notte.

Ciò che Cristo fece durante la cena
comandò da farsi
in suo ricordo.
Ammaestrati coi sacri insegnamenti,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salute.

Ai cristiani vien dato come dogma
che il pane si cambia in carne,
e il vino in sangue.

Ciò che non comprendi, ciò che non vedi,
ardita assicura la fede,
contro l’ordine delle cose.

Sotto specie diverse,
(che sono) solamente segni e non cose,
si nascondono cose sublimi.

La carne (è) cibo, il sangue bevanda:
eppure Cristo resta intero

sotto ciascuna specie.

Da colui che (lo) assume, non spezzato,
non rotto, non diviso:
(ma) intero è ricevuto.

(Lo) riceve uno, (lo) ricevono mille:
quanto questi tanto quello;
né ricevuto si consuma.

(Lo) ricevono i buoni, (lo) ricevono i malvagi,
ma con ineguale sorte:
di vita o di morte.

È morte per i malvagi, vita per i buoni:
vedi di pari assunzione
quanto sia diverso l’effetto.

Spezzato finalmente il Sacramento,
non tentennare, ma ricorda
che tanto c’è sotto un frammento
quanto si nasconde nell’intero.

Nessuna scissura si fa della sostanza;
si fa rottura solo del segno:
per cui né lo stato né la dimensione
del Segnato è sminuita.

Ecco il pane degli angeli
fatto cibo dei viandanti:
vero pane dei figli
da non gettare ai cani.

Nelle figure è preannunciato,
con Isacco è immolato,
quale Agnello pasquale è designato,
è dato qual manna ai padri.

Buon pastore, pane vero,
o Gesù, abbi pietà di noi:
Tu nutrici, proteggici,
Tu fa’ che noi vediamo le cose buone
nella terra dei viventi.

Tu, che tutto sai e puoi,
che qui pasci noi mortali:
facci lassù Tuoi commensali,
coeredi e compagni
dei santi cittadini. Amen.

Alleluia.

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