Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 7 aprile 2025

Silloge poetica n°055



OBLAZIONE

Gesù è flagellato così cruentemente,
perché il corpo umano
non sia violato dall'impurità
e rimanga tempio dello Spirito della beatitudine.
Gesù è coronato di spine acuminate,
perché la superbia di chi disprezza i deboli
o gli aborti del mondo,
sia sconfitta dalla verità a molti sconosciuta –
di un Dio così umile,
da farsi incoronare come imperatore di burla
per sanare la superbia dell'uomo,
distruggitore e uccisore del suo simile.
Gesù è trafitto dai chiodi,
perché il dolore che scuote anche la mente –
con lacrime tanto amare,
ottenga ai colpevoli il perdono
e nulla del dolore dell'umanità crocifissa
resti incompiuto e privo di valore,
nel deserto di innumerevoli solitudini.
Gesù è elevato sulla Croce,
perché i demoni assistano al culmine
della loro sconfitta,
con l'arnese per il supplizio capitale
su cui sono condannati a morire i criminali
e dove la misericordia –
con il Sangue preziosissimo,
lava le anime
e le redime dal male spirituale
in una nuova nascita.
Gesù muore dicendo che 'tutto è compiuto',
perché alla morte di ogni persona –
tanto cara all'Autore della vita
e che quaggiù ha imparato ad amare,
piccola ostia riparatrice –
si apra per essa anima del tutto purificata,
accogliendo così la volontà del Padre celeste –
la Sua verace e incorruttibile salvezza
e la porta del Paradiso,
verso gli eterni destini che gli angeli santi
accompagnano con la preghiera,
proferendo il loro Miserere da lassù,
immortali –
dove ci attendono grati.


SIMBOLO

La tenebra ansimante
loquela da una collerica radice,
dal respiro
interrotto dallo spento e fumigante odio,
cede alla legge
del contrappasso con il rinnegato,
il prezzo del sangue porpora
è l'avidità che si piega
a trenta monete di metallo freddo,
come l'anima di chi rinuncia
adesso e nel tempo
all'ancora ferma della propria salvezza,
giunto sul baratro guarda in fondo
discendendone terrore,
si fa palese il volto delle madri
che piangono i figli che non sono più,
dall'esistenza lacrimante oramai finita
estinta come la carità nei cuori,
la guerra ha falcidiato l'innocenza
che con la vendetta
ha chiamato i reprobi all'ultima battaglia,
l'antico valore dove con le preci
volgendosi all'Eterno prevalevano combattendo
è caduto nella polvere del suolo,
da cui fu tratto l'uomo
richiamato all'antica profezia,
poiché Ella ti schiaccerà il capo
e il serpente
vecchio di eoni ed epoche
che possiede una moltitudine di mondi collassati
insidierà la Sede della Sapienza,
la Vergine Madre
potente contro ogni male,
l'inimicizia tra la perfida bestia
e la Donna madre della redenta stirpe,
non avrà fine
se non nella vittoria
contro il pungiglione della morte,
il nero del peccato,
l'oscura dominazione,
all'aurora della sua e nostra vera Vita
generatrice di Cristo apoteosi di risurrezione.

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