Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 17 novembre 2012

Il peccato mortale e le sue conseguenze


Per fare del male a una persona commettendo una colpa grave davanti al Signore, occorrono tre condizioni fondamentali e cioè la materia grave, che consiste nella gravità dell’ambito morale in cui l’azione è compiuta, ad esempio il rispetto per la vita e la dignità di sé stessi o del prossimo, qui si intendono anche i crimini di suicidio e di omicidio, la piena avvertenza che consiste nell’avere chiara nella propria coscienza che quello che si sta per compiere o che si compie è male, è un atto di immoralità, di ingiustizia, è un sopruso e un crimine, su questo versante l’educazione fa molto per mettere sulla buona strada le anime, il deliberato consenso che consiste nella piena adesione della propria volontà e della propria libertà, del proprio cuore, a quel determinato male precedentemente riconosciuto come tale nella verità interiore della propria persona; senza questi tre elementi, anche senza uno di questi tre elementi, non può sussistere nell’anima una condizione di colpa grave, ma di colpa attenuata nella sua reale gravità oggettiva, perché soggettivamente non vi è la consapevolezza del peccato, comunque non si possono escludere le inevitabili conseguenze deleterie, per sé stessi e per gli altri, nel caso che il male morale sia rivolto verso di sé o nel caso sia rivolto verso il prossimo: il male è sempre portatore di un germe di corruzione, anche se all’apparenza non si vede o non si vede subito, nell’immediato. Materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso, possono far pensare che le persone che commettono peccati mortali siano effettivamente in un numero esiguo, ma non è così in quanto tutti possono essere tentati e cadere, e molti che si trovano in una condizione di colpa grave offendendo gravemente il Signore, non ne sono affatto consapevoli: il male è anche una forza che spegne la coscienza, più si cade nel peccato più la coscienza è sclerotizzata, quindi meno sensibile e non si riesce a riconoscere con esattezza la distinzione tra il bene e il male. Oggi l’umanità manca di sensibilità morale e non educa a riscoprire in sé la luce della coscienza, come forza che guida nel cammino della vita e ti fa fare sempre la scelta giusta: i media sono l’esempio più appariscente di questa mancanza di sensibilità, in quanto riportano ed evidenziano soprattutto la decadenza e il peccato e non gli atti di virtù, insomma il male anche oggi ha più successo, fa più ascolti ovunque, anche se la maggior parte della gente nega di essere morbosamente attratta da tutto quello che è negativo, come la violenza, la morte, la pornografia, il dolore e ogni altro elemento buio ma purtroppo misteriosamente affascinante per chiunque, tutti tediati dalla monotonia e dalla quotidianità di una società senza la bussola, come se ciascuno fosse perso nel caos. Dove avvengono i più pesanti sbandamenti spirituali, si forma il terreno fertile affinché l’inferno dai molteplici versanti si radichi nelle coscienze, portando l’incertezza e il dubbio in quegli aspetti etici della società maggiormente rilevanti, in questo modo non è più l’individuo ma la società a corrompersi, in quanto dai singoli procedono tutte quelle forze che costituiscono il tessuto sociale; una colpa grave richiede una grave condanna, e non è soltanto la condanna degli uomini onesti, buoni e pii ma è la condanna di un Giudice che retribuisce il bene e il male, è la condanna di Dio! Quando una persona fa del male compie una scelta, questa scelta implica sempre lo stare a favore o contro il Signore, separati dal Bene si cade nel male ed è una dinamica inevitabile per la creatura senziente; quando un’anima è separata da Dio che è la vita delle anime, quell’anima cade nella morte, in quella condizione c’è la sentenza del Signore, il suo Giudizio di condanna: nostro Padre non manda all’inferno nessuno, sono le persone che ci vanno per propria libera scelta, l’inferno è la conseguenza del peccato, della scelta del male nelle sue forme più gravi e insanabili, anche se bisogna sottolineare che la Misericordia di Dio può risanare qualsiasi anima da qualsiasi colpa, ma occorre scegliere di pentirsi e di convertirsi prima del Giudizio, cioè prima della propria morte corporale. Se non si passa subito in questa vita dalla porta della divina Misericordia, si passerà inevitabilmente dalla porta della divina Giustizia, quindi tutti hanno una possibilità di salvarsi dall’inferno, ma occorre non procrastinare, ma fare adesso una scelta radicale, per il bene e non per il male, poi non ci sarà più tempo.

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