La
moralità è quella facoltà spirituale che distingue gli esseri umani dagli
animali, soltanto nel cuore umano sono scritti i principi che differenziano il
bene dal male, per l’animale vale la legge dell’istintualità, cioè il dominio
di una serie di pulsioni primordiali su tutto quell’ambito
che nella natura umana viene definito “ libero arbitrio ”; l’ethos è
quell’insieme
di regole che sanciscono la linea di confine tra il lecito e l’illecito,
tra quello che una persona può fare per conquistare il vero bene e la piena
realizzazione di sé, la felicità e quello che una persona non può fare
se non a caro prezzo, a prezzo di un grave danno per la propria anima e per il
prossimo, a costo della propria infelicità e di quella altrui: agire per
il bene costruisce il bene, dentro e attorno a sé, agire per il male costruisce
il male, dentro e attorno a sé. Alcuni purtroppo cadono in un grave malinteso,
non comprendono che il male fa male soprattutto a chi lo commette e allora si
abbandonano all’immoralità, distruggendo contemporaneamente la bellezza
della propria anima e la considerazione della dignità del prossimo, delle altre
persone; l’etica
può assumere vari aspetti, essere quindi traducibile in una molteplicità di
forme, differenti le une dalle altre, c’è un’etica per delle persone e ce ne è un’altra per
altre persone: la questione in oggetto viene definita relativismo. La
verità è che non esistono le opinioni in campo etico, non vale la regola che
ogni convinzione morale sia ugualmente valida, che ogni convinzione sulla
differenza tra il bene e il male sia la verità soggettiva, l’unica verità
importante ma non condivisa, in quanto non esiste una verità oggettiva: la
verità oggettiva sul bene e sul male esiste ed è scritta a lettere indelebili
nel cuore umano! La persona umana con il proprio libero arbitrio, con la sua
libertà, può tradire la coscienza morale che è universalmente condivisa, può
calpestare i dettami della sua coscienza e diventare gradualmente inumana,
estraniarsi dal comune “ senso dell’umano ”. Sentire la compassione è una spia
rivelatrice della salute morale di un’anima, le persone prive di compassione
sono interiormente “ morte ”, sono cioè prive di sensibilità e di affezione,
hanno perso gradualmente nel tempo con le proprie scelte scellerate in campo
morale, la parte migliore di sé, la loro autentica dignità umana e sono cadute
nel diabolico, anche la loro libertà è venuta meno, non possono più fare scelte
che non siano coerenti al proprio stato di perversità. La natura umana è fatta
esattamente così, questo è qualcosa di innegabile e a dircelo è l’esperienza
relazionale con i nostri simili e non una mera teoria psicologica. Il Decalogo,
o “ Dieci Comandamenti ”, sono l’espressione letterale di quella legge morale
naturale scritta nel cuore umano: non uccidere, non mentire, non rubare, pratica la castità, onora
tuo padre e tua madre, etc. Questi Comandamenti, secondo la Sacra Scrittura,
sono stati dati da Dio all’uomo per sancire un’alleanza con Lui, per la
realizzazione antropologica del proprio bene e del proprio destino di felicità,
i Comandamenti non sono stati scritti solamente su tavole di pietra e riposti
in un’arca, come ci dice la Bibbia, ma sono scritti nella profondità della
natura umana, dentro ciascuno di noi, fanno parte della nostra anima: tutto
questo per affermare che esiste un’etica secondo verità, una verità morale
oggettiva al di là di ogni relativismo, e che questa verità è condivisa da
tutto il genere umano, è propria di ciascuna persona in relazione alle altre e
soprattutto a Dio, che è il nostro Creatore; negare questa Verità significa
tradire l’uomo! Gesù nel santo Vangelo ci dice quale sia il più grande tra i
Comandamenti: “ Ama il Signore tuo Dio con tutto te stesso, e ama il prossimo
tuo come te stesso ”, chi avrà osservato questa legge radicale ma dal giogo
leggero, il Comandamento della carità, otterrà in eredità la vita eterna nel
Regno del Padre.
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