Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 24 novembre 2012

L'anima e il suo senso come persona


La natura dell’anima umana va cercata in Dio, Egli è capace di perpetuarla oltre le porte della morte fisica, sul piano dei riscontri empirici e delle evidenze scientifiche essa è mortale; l’anima umana secondo l’Antico Testamento è da considerarsi la vita dell’uomo stesso, la vita naturale, biologica, il suo bene più prezioso, è soltanto con il Nuovo Testamento che la Rivelazione cristiana pone l’accento sull’immortalità dell’anima umana, sulla sua natura spirituale e separata dalle funzioni e dai processi del corpo; l’anima è stata considerata da molte culture antiche naturalmente immortale e la morte nient’altro che la separazione dell’anima dal corpo, le filosofie e le religioni di diversi tempi della storia umana hanno accettato all’unanimità questa verità sull’anima; soltanto con l’era moderna e con l’affermarsi dei valori dell’illuminismo e del scientismo ateo, del pensiero positivo, l’anima ha subito un forte deprezzamento ed è stata considerata un mito religioso, una fantasia filosofica per sognatori sprovveduti, una semplice idea con l’aggravante che si tratta di un’idea falsa e sviante dalla verità. Per credere nell’esistenza dell’anima è necessario credere anche in Dio, e soprattutto credere nella sua onnipotenza, soltanto una visione di fede può indurre una persona a credere che l’uomo sia qualcosa di oltre rispetto alla sua corporeità, alla sua carne, senza la fede che non è fideismo, quindi semplicemente un credere nebuloso in un Dio fuori dal tempo e dallo spazio, che sia inconoscibile e lontano, non è possibile accettare l’immortalità dell’anima e la sua partecipazione alla vita di Dio, ma con la fede che è Rivelazione sì, quindi l’ingresso della Verità nella storia umana e nella coscienza di ciascuno di noi, una Verità dogmatica che afferma delle certezze che fondano la loro credibilità in fatti storici, accertati da testimoni oculari affidabili e condivisi da innumerevoli credenti, che sono tutt’altro che sprovveduti e che hanno accettato con l’uso della propria ragione e della propria intelligenza, la Rivelazione nel Dio del Vangelo, in Gesù di Nazaret. L’anima è semplicemente la persona, il soggetto con la sua identità e la sua unicità, non è una eterea sostanza disincarnata che vive da antagonista in relazione ad un corpo, quindi l’anima umana è anche il suo corpo con le sue specificità salienti, con quei tratti che caratterizzano l’individuo; la linea di demarcazione tra anima e corpo in questa visione concreta della persona, è una linea molto sottile e poco ben definita, è la linea che non separa ma unisce, è la linea di congiunzione e la congiunzione rappresenta la persona, anzi la sua anima nella sua vera natura e identità; l’anima è un mistero che si svela alla luce della fede nel Dio della Rivelazione, l’al di là è il mistero sublime delle anime ed è la realizzazione dell’incontro definitivo con Dio nell’eternità: la mistica dell’anima concerne la relazione tra la persona umana e l’amore di Dio, l’immanenza con il soprannaturale, soltanto in questa chiave è possibile comprendere il mistero dell’immortalità e della natura spirituale delle anime; senza Dio che è il fondamento ad ogni mistero, l’uomo viene deprezzato e cosificato, ridotto ad una rete meccanica di pulsioni inerenti causa ed effetto, questa perversione della visione dell’uomo è propria del materialismo ateo dell’era contemporanea e apre la porta alla più totale anarchia sul piano etico, è la più pericolosa ideologia nemica del genere umano e contraria alla Verità, il nichilismo proprio di questa ideologia apre la strada ad ogni genere di crimine contro l’umanità ed è il preambolo al crepuscolo della vita, alla morte come definitiva razio dell’esistenza e della realtà, il trionfo del nulla. La fede in Dio e nell’anima immortale nobilita l’umanità e la colma di autentico valore e significato, oltretutto è coerente con la Verità, con quella Verità oggettiva conquistata tramite l’esercizio delle facoltà di fede e di ragione all’unisono, che sono le due grandi ali che permettono all’anima di volare verso l’orizzonte altissimo del suo stesso essere, verso il compimento del senso di tutte le cose che la riguardano; ognuno deve dire a sé stesso: “ La mia anima sono io e nessun’altro! ”.

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