Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

martedì 12 febbraio 2013

L'atto penitenziale, incipit di conversione


“ Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane". Ma egli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede". Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo". Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto". Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nàzaret, venne ad abitare a Cafàrnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino" ” ( Mt 4,1-17 ). Domani mercoledì 13 febbraio è il giorno liturgico delle Sacre Ceneri che segna l’inizio della Quaresima; alla fine della santa Messa di domani si impongono ai fedeli le Sacre Ceneri con quelle che sono le stesse Parole di Gesù prese dal santo Vangelo: “ Convertitevi e credete al Vangelo! ”, Parole che segnano l’inizio della vita pubblica e della predicazione del Signore in Terra Santa; “ convertitevi e credete al Vangelo ” è l’appello accorato che Gesù rivolge a ogni anima e nella Liturgia delle Sacre Ceneri è concomitante alla loro imposizione sul capo dei fedeli come segno di umiltà e penitenza, segno esteriore che ci unisce misticamente alla vita di Colui che si è sacrificato sulla Croce per la nostra salvezza; con questo segno noi ci riconosciamo umilmente peccatori e ci mortifichiamo davanti a Colui che prima di noi accettò con mansuetudine una morte ignominiosa per farci dono della vita eterna; le Ceneri sono ricavate dagli ulivi benedetti della domenica delle palme dell’anno precedente, domenica che segna l’inizio della Settimana santa; le Sacre Ceneri inaugurano la Quaresima, tempo liturgico opportuno e favorevole per rivedere la propria vita alla luce di Dio e del santo Vangelo e decidersi per la conversione personale, tempo che ci accompagna alla Settimana santa e alla Pasqua di risurrezione del Signore. Rivestirsi di cenere è un atto penitenziale che risale a una certa antichità, è un atto che indica la nostra mortalità, cioè “ ricordati che sei polvere, e in polvere tornerai ” e che significa innanzitutto fare ammenda dei propri peccati, che significa rinnegare il passato fatto di sbagli, di mancanze e di malvagità per volgere un cuore contrito e rinnovato a Dio che ci beneficia della sua misericordia; il percorso quaresimale inizia con l’imposizione delle Sacre Ceneri perché è un tempo di rinascita alla grazia, un tempo di ritorno a Dio; la Quaresima è storicamente il ricordo dei giorni passati da Gesù nel deserto per combattere il maligno e le sue tentazioni, per poi cominciare con la sua vita pubblica la predicazione della buona Novella, l’annuncio del Regno ai poveri; nella Quaresima dovremmo tutti farci carico di questo combattere il male assieme a Gesù, quello che nella vita dei mistici è stato definito come combattimento spirituale, per poi giungere vincitori al giorno della Risurrezione, non da soli ma assieme al Signore; le mortificazioni e le rinunce della Quaresima servono a unirci solidariamente a quei giorni in cui Gesù ha vissuto di stenti e di preghiera nel deserto, giorni in cui ha combattuto il male per prepararsi da vincitore delle tentazioni, alla predicazione del suo Vangelo e all’ultimo scontro con le forze oscure, la Passione, il Calvario e la Croce: l’esito finale di quella battaglia è stato la Risurrezione. La Quaresima è un pò come il cammino di tutta la vita, segnata da sofferenze di ogni genere, dalla buona battaglia per il bene e dalla seduzione del male, è la rappresentazione liturgica del combattimento di ogni anima nella vita di tutti i giorni, per conservare la grazia e ottenere alla fine del tragitto terreno, l’eterna salvezza secondo le promesse di Cristo: Gesù non ha voluto sottrarsi al conflitto in cui ogni uomo si trova innestato e conteso, ha voluto invece condividere tutto con noi, compresa la sofferenza di essere sempre presi di mira dal demonio che vorrebbe farci suoi attraverso la tentazione al male, Gesù è stato tentato come noi e per noi ha superato le tentazioni, ogni fedele deve diventare suo imitatore e nella preghiera cercare in Lui la forza per sconfiggere il male; noi non siamo il Signore, non abbiamo la forza da soli per vincere le tentazioni del maligno, dobbiamo vivere in comunione con Dio per avere da Lui questa forza che supera la debolezza della natura umana decaduta; Gesù ci ha avvisati: “ Senza di me, voi non potete fare nulla! ”, questa è la pura verità, il resto sono soltanto illusioni del nostro ridicolo orgoglio.

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