Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 22 febbraio 2013

Uomo, la macchina dei sogni reali


Può darsi che qualcuno abbia inventato la macchina dei sogni, un apparato tecnologico che permette a coloro che sono interfacciati di sognare in modo intenso e realistico, con un alto grado di coinvolgimento, anzi è la macchina che fabbrica i sogni, noi li viviamo per proiezione, o meglio per trasposizione, è la macchina che ci porta in un mondo virtuale, come nel famoso film “ Matrix ”, dove il cervello umano viene inteso come un ente in grado di collegarsi a una rete informatica universale, dove le persone sono prigioniere con la loro mente di un sistema che le illude e le gestisce, proiettate in “ Matrix , un’immensa neurosimulazione di massa, una simulazione che rende un sogno identico alla realtà, e questo sogno è la stessa vita degli esseri umani; cosa differenzia sostanzialmente la salute di una mente, da un suo stato patologico? il fatto di non riconoscere più la differenza tra immaginazione e realtà, il fatto che nella propria psiche vadano cadendo i muri che separano l’immaginazione dalla realtà, il cosiddetto “ esame di realtà ” tragicamente compromesso; ma chi è capace di riconoscere quando una mente supera il limite della propria fantasia e abbatte la barriera tra reale e surreale, tra concreto e fantastico? proprio nessuno, perché la fisicità che noi intendiamo come concretezza è mera illusione dei sensi, quello che è reale è essenzialmente e soltanto il percepibile condiviso, è la condivisione della realtà a sancire i canoni per determinarla in senso universale, chi fa un pensiero strano estraneo alla realtà dei mediocri è considerato anomalo, insomma il solito matto; ma secondo voi qualcosa come i videogiochi, che sono una forma di allucinazione condivisa, possono portare all’alienazione mentale, alla follia? sono una fuga dalla realtà? o aiutano a comprenderla meglio, a sentirla con più chiarezza e consapevolezza? e Internet, l’immenso oceano del cyberspazio, è la nuova frontiera del mondo, o è una prigione per la mente, un luogo virtuale dove le persone si alienano dalla realtà? forse nell’epoca moderna il concetto di follia va rivisitato alla luce dell’evoluzione di gran parte delle tecnologie, e persino il concetto di realtà. Più progrediamo nel futuro, più diventiamo padroni della realtà, anzi siamo capaci di inventarci nuove realtà a nostro uso e consumo, dei nuovi mondi paralleli, alla ricerca non di scatole per contenere le nostre menti, ma di trampolini di lancio verso nuove libertà; la natura della psiche umana ci porta a esplorare nuove frontiere oltre il percepibile conosciuto, a estraniarci dal contesto della fisicità e della sensorialità, che costituiscono i contenuti della realtà condivisa, ma soltanto quella grigia, monotona e superficiale; la natura della psiche umana è propriamente ricerca dell’ignoto, tutto parte dalla curiosità nei confronti di ciò che è sconosciuto, e per conoscere siamo capaci di creare l’inconoscibile oltre la realtà, di rappresentarcelo ai sensi e di farne partecipe la nostra mente. Oggi abbiamo gli schermi come veicolo di appropriazione di altre realtà, domani forse non ce ne sarà più bisogno, come per la neurosimulazione “ Matrix ”, o forse già oggi esistono tecnologie prototipe capaci di fare questo, ma sono precluse alla conoscenza della maggior parte dei cittadini del mondo; la natura della psiche umana è caratterizzata da un dinamismo di ricerca, siamo famelici nel nostro desiderio di nuove conoscenze, vogliamo scoprire nuovi mondi, forse questa tensione è un’eredità degli antichi progenitori nei confronti del Paradiso perduto, nei confronti di Dio stesso; alcuni preferiscono le sostanze allucinogene per esplorare i meandri della propria mente, nell’illusione di fuggire da essa e di andare oltre, significa soltanto ricercare dei paradisi sintetici fuori dal mondo reale per guarire da quello che molti definiscono “ male di vivere ”; tutte le persone intelligenti prima o poi nella vita hanno a che fare con il “ male di vivere ”, e qualcuno per scappare dalla situazione fa la scelta tragica del suicidio, senza sapere cosa potrebbe attenderlo dopo, in un vero e proprio salto nel buio. Forse tutto questo sta a significare che non solo ci sentiamo prigionieri del mondo, ma lo siamo realmente… e ciascuno vuole inconsciamente la sua parte di Paradiso perduto: fantasia o realtà?

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