Può darsi che qualcuno abbia
inventato la macchina dei sogni, un apparato tecnologico che permette a coloro
che sono interfacciati di sognare in modo intenso e realistico, con un alto
grado di coinvolgimento, anzi è la macchina che fabbrica i sogni, noi li
viviamo per proiezione, o meglio per trasposizione, è la macchina che ci porta
in un mondo virtuale, come nel famoso film “ Matrix ”, dove il cervello umano
viene inteso come un ente in grado di collegarsi a una rete informatica
universale, dove le persone sono prigioniere con la loro mente di un sistema
che le illude e le gestisce, proiettate in “ Matrix ”, un’immensa neurosimulazione
di massa, una simulazione che rende un sogno identico alla realtà, e questo sogno
è la stessa vita degli esseri umani; cosa differenzia sostanzialmente la salute
di una mente, da un suo stato patologico? il fatto di non riconoscere più la
differenza tra immaginazione e realtà, il fatto che nella propria psiche vadano
cadendo i muri che separano l’immaginazione dalla realtà, il cosiddetto “ esame
di realtà ” tragicamente compromesso; ma chi è capace di riconoscere quando una
mente supera il limite della propria fantasia e abbatte la barriera tra reale e
surreale, tra concreto e fantastico? proprio nessuno, perché la fisicità che
noi intendiamo come concretezza è mera illusione dei sensi, quello che è reale
è essenzialmente e soltanto il percepibile condiviso, è la condivisione della
realtà a sancire i canoni per determinarla in senso universale, chi fa un
pensiero strano estraneo alla realtà dei mediocri è considerato anomalo,
insomma il solito matto; ma secondo voi qualcosa come i videogiochi, che sono
una forma di allucinazione condivisa, possono portare all’alienazione mentale,
alla follia? sono una fuga dalla realtà? o aiutano a comprenderla meglio, a
sentirla con più chiarezza e consapevolezza? e Internet, l’immenso oceano del
cyberspazio, è la nuova frontiera del mondo, o è una prigione per la mente, un
luogo virtuale dove le persone si alienano dalla realtà? forse nell’epoca
moderna il concetto di follia va rivisitato alla luce dell’evoluzione di gran
parte delle tecnologie, e persino il concetto di realtà. Più progrediamo nel
futuro, più diventiamo padroni della realtà, anzi siamo capaci di inventarci
nuove realtà a nostro uso e consumo, dei nuovi mondi paralleli, alla ricerca
non di scatole per contenere le nostre menti, ma di trampolini di lancio verso
nuove libertà; la natura della psiche umana ci porta a esplorare nuove
frontiere oltre il percepibile conosciuto, a estraniarci dal contesto della
fisicità e della sensorialità, che costituiscono i contenuti della realtà
condivisa, ma soltanto quella grigia, monotona e superficiale; la natura della
psiche umana è propriamente ricerca dell’ignoto, tutto parte dalla curiosità
nei confronti di ciò che è sconosciuto, e per conoscere siamo capaci di creare
l’inconoscibile oltre la realtà, di rappresentarcelo ai sensi e di farne
partecipe la nostra mente. Oggi abbiamo gli schermi come veicolo di
appropriazione di altre realtà, domani forse non ce ne sarà più bisogno, come
per la neurosimulazione “ Matrix ”, o forse già oggi esistono tecnologie
prototipe capaci di fare questo, ma sono precluse alla conoscenza della maggior
parte dei cittadini del mondo; la natura della psiche umana è caratterizzata da
un dinamismo di ricerca, siamo famelici nel nostro desiderio di nuove
conoscenze, vogliamo scoprire nuovi mondi, forse questa tensione è un’eredità
degli antichi progenitori nei confronti del Paradiso perduto, nei confronti di
Dio stesso; alcuni preferiscono le sostanze allucinogene per esplorare i
meandri della propria mente, nell’illusione di fuggire da essa e di andare
oltre, significa soltanto ricercare dei paradisi sintetici fuori dal mondo
reale per guarire da quello che molti definiscono “ male di vivere ”; tutte le
persone intelligenti prima o poi nella vita hanno a che fare con il “ male di
vivere ”, e qualcuno per scappare dalla situazione fa la scelta tragica del
suicidio, senza sapere cosa potrebbe attenderlo dopo, in un vero e proprio
salto nel buio. Forse tutto questo sta a significare che non solo ci sentiamo
prigionieri del mondo, ma lo siamo realmente… e ciascuno vuole inconsciamente
la sua parte di Paradiso perduto: fantasia o realtà?
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