“ Gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede!".
Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa,
potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi
ascolterebbe" ”. (Lc 17:5-6)
C’è un ambito di studio biblico che riguarda la storicità dei Vangeli, il
dilemma che Gesù sia stato o meno un personaggio storico: la questione è stata
affrontata per molti anni in modo scrupoloso e razionale da eminenti ricercatori anche non credenti, e a detta
di questi ha dato risultati contrastanti: il Vangelo è un libro romanzato con
avvenimenti inventati e la risurrezione del Cristo è una impostura orchestrata
magistralmente dopo la sua morte in croce dal fanatismo dei suoi seguaci,
compresi gli Apostoli? Il cristianesimo è basato su falsi presupposti ideologici
che avversano la realtà dei fatti in quell’area geografica del medio oriente?
Gesù è veramente esistito o si tratta di un mito? I miracoli e gli esorcismi narrati
nei Vangeli cosiddetti storici o canonici sono fantasie dei loro autori e non
si sono mai verificati? I Vangeli vanno interpretati semplicemente come un
rivoluzionario insegnamento morale, o i racconti presenti in essi sono vere e proprie
cronache di duemila anni or sono? I Vangeli sono storia o narrativa fantastica?
Ci sono due modi per rispondere a queste domande fondamentali, il primo è lo
scetticismo e il secondo è la fede; lo scetticismo ci dà il convincimento
razionale che le risposte a tutte queste domande siano implicite nella loro
formulazione, quindi il criterio con cui valutiamo la questione è un
pregiudizio erroneamente fondato sulle nostre idee avverse, la nostra
conclusione è che i Vangeli non sono storici, sono soltanto invenzioni
letterarie. E’ vero che i Vangeli sono obiettivamente un’opera letteraria, ma
questo non vuol dire che non dicano la verità, anzi la loro missione, lo scopo
con cui sono stati scritti, è di trasmettere a coloro che la ignorano la verità
su Gesù di Nazaret! I Vangeli risentono della cultura personale dei loro
redattori, passano attraverso il filtro intellettuale degli evangelisti.
Dobbiamo fidarci degli autori dei Vangeli e delle loro fonti? Queste fonti sono
attendibili? Secondo me con queste domande entriamo nel campo della fede, o
meglio della fiducia in coloro che hanno scritto, ma penso che questo sia un
problema che chiama in causa la coscienza personale di ciascuno, di ogni
lettore che voglia conoscere la storia e le parole di Gesù, il Mistero della
sua persona. Fidarci o meno degli evangelisti è una scelta che dipende da noi,
è un atto di fede genuina: i Vangeli non necessitano di una ermeneutica, ma
sono lì presenti nel tempo umano per domandare un’adesione di fede, sono stati
scritti per suscitare la fede e convertire le anime a Dio. Il Vangelo
quadriforme mette al centro di tutto il suo messaggio la persona del Cristo, e
presenta Cristo al lettore perché esso scelga liberamente di aderire alla fede
in Lui, di credere o di non credere, il Vangelo è lo strumento privilegiato di
Dio per vagliare la fede degli uomini, per far emergere dal loro cuore il rifiuto
o l’anelito all’amore per il Signore, affinché tutti ereditino la salvezza che
Dio ci ha promesso secondo il piano imperscrutabile della sua provvidenza; le
vie con cui Dio si fa conoscere all’uomo per redimerlo dal male sono davvero
infinite, e una tra le più importanti passa proprio dal Vangelo. In questa sede
non voglio approfondire il tema scientifico sulla storicità dei Vangeli
canonici, attraverso un’analisi accurata dei dati in nostro possesso, il
Vangelo innanzitutto occorre leggerlo senza preconcetti, occorre ritenerlo e
meditarlo, occorre studiarlo nei suoi contenuti per focalizzare la lieta novella che Gesù di Nazaret ci
comunica attraverso i suoi testimoni oculari, quelli che hanno vissuto accanto
a Lui e che lo hanno visto risorto, per poter decidere se vale la pena di
concedergli la nostra stima e la nostra fiducia, oppure no. Resta inteso che la
vera fede è un dono soprannaturale, un dono che viene dall’alto e non è una
conquista del ragionamento, della riflessione e dello studio, è un dono di Dio
che richiede di essere domandato con l’umiltà della preghiera, proprio come
fecero gli Apostoli con il Signore: “ Aumenta
la nostra fede! ”.
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