“ Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende
immondo l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli
omicidi, gli adultéri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le
bestemmie ”. (Mt 15:18-19) Il cuore è il simbolo della vita di una persona,
il suo pulsare rappresenta l’esistenza, è il centro degli affetti, del pensiero
e dei sentimenti, si può affermare che l’identità spirituale e psicologica di
una persona si identifichi con il suo cuore, per molte culture antiche il cuore
era la sede dell’anima; il cuore fa scorrere il sangue all’interno del corpo di
una persona, quindi trasmette il flusso vitale, il cuore batte il tempo che
trascorre, misura la vita che sussiste e progredisce, il cuore è l’organo corporeo
che ci mantiene in essere, biologicamente il cuore è il nostro motore; tradizionalmente
sia in ambito religioso che in ambito umanistico, si dice di una persona che è
buona o cattiva a seconda della condizione del suo cuore, quindi differenziamo
un cuore buono da un cuore cattivo, per definire le peculiarità morali che un
individuo possiede, considerando le attitudini spirituali come forma del cuore,
la cui sostanza è l’anima: la bontà del cuore è molto diversa dalla sua
malignità, un cuore buono è un cuore con delle qualità che tutti noi siamo
capaci di definire, così come per un cuore cattivo non serbiamo dubbi sulla sua
natura. Il Signore non giudica attraverso la parzialità o le apparenze
esteriori ma guarda al cuore, il Signore mette il nostro cuore sulla bilancia
della Giustizia per soppesare le nostre più intime inclinazioni, un cuore che
ama è un cuore puro, un cuore semplice esente dalla malizia, alieno dal male;
le nostre scelte e le nostre azioni cambiano il nostro cuore, lo trasformano
facendolo buono o cattivo, lo confermano nel bene o nel male. Gesù nel suo
messaggio cerca di comunicarci l’anelito a cambiare il nostro cuore, nella sua
predicazione Lui chiama questo cambiamento conversione
al Vangelo, la conversione al Comandamento nuovo, il Comandamento della
carità: ama Dio con tutto te stesso al di sopra di ogni cosa e il prossimo tuo
come te stesso, una duplice direzionalità dell’amore, verticalmente prima verso
Dio e orizzontalmente poi verso gli altri; con la parabola del buon samaritano Gesù afferma che l’amore deve
essere concreto, si deve tradurre in vita vissuta, in esperienza personale,
altrimenti rimane una sterile teoria, l’amore diventa una parola vuota di
significato. Così dice il Signore nel suo Vangelo in riferimento al proprio Cuore,
a tutti coloro che lo vogliono seguire: “ Prendete
il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e
troverete ristoro per le vostre anime ”. (Mt 11:29) La tradizione plurisecolare
della Chiesa mette all’apice del suo culto devozionale due Cuori particolari
con un privilegio straordinario, questi due Cuori sono il Sacratissimo e divino Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria: essi sono il simbolo che rappresenta al
meglio l’essenza stessa della persona di Gesù nostro Signore e della persona di
Maria Santissima, sua e nostra madre; l’arte religiosa ha fatto proprie le
rappresentazioni del Cuore di Gesù e del Cuore di Maria, e queste
rappresentazioni sono immagini sacre che ritraggono il Signore e la Madonna
sotto l’aspetto interiore, sono immagini che portano in sé l’ambizione di descrivere il
mondo interiore racchiuso nei Cuori della madre e del figlio: ciò che accomuna
questi due Cuori benignissimi è la sofferenza e l’amore, una sofferenza unica e
un amore sconfinato; nell’iconografia cattolica il Cuore di Gesù è circondato
di spine, trafitto e sormontato da una croce che emerge da delle fiamme, mentre
il Cuore di Maria è trafitto da una spada e sormontato da fiamme, le fiamme per
entrambi i Cuori hanno il significato di un amore puro e ardente, dell’amore infinito
di Dio, il fuoco come a Pentecoste è anche per l’appunto il simbolo dello
Spirito Santo. Sacratissimo e divino
Cuore di Gesù, confido e spero in Te, pensaci Tu! Cuore Immacolato e addolorato
di Maria, sii Tu per me, luce, salvezza e via!
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