Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 29 dicembre 2013

Sul concetto di anima

Ci sono due modi filosofici per intendere l’anima, uno immanente e l’altro trascendente, il primo è che l’anima definisce la vita umana, quella senza prosecuzione oltre la morte, secondo la concezione antico testamentaria, la vita è il bene più prezioso per l’uomo, il secondo è che l’anima costituisce lelemento o quella parte della natura umana in contrapposizione al corpo, il corpo è caduco e mortale, invecchia, si ammala e degenera, mentre l’anima è spirituale e immortale, il corpo muore mentre l’anima sopravvive in una nuova dimensione ultraterrena, quella dell’eternità; per la filosofia classica e dell’antichità esistevano tre gradi di separazione per l’anima, e cioè l’anima vegetativa, l’anima sensitiva e l’anima spirituale, l’anima vegetativa appartiene alla creazione inanimata o con una soglia di vita semplice, l’anima sensitiva appartiene sia al mondo animale che all’essere umano, l’anima spirituale è propria soltanto della persona umana ed è immortale, perché le anime sono fatte a immagine e somiglianza della divinità, sono capaci di Dio e possono entrare in comunione con Lui. L’anima è qualcosa che si trova dentro l’essere animato, come il nocciolo all’interno di un frutto, è qualcosa di nascosto e di poco appariscente nella sua essenza, ma trasfigura tutta la persona attorno a sé, manifestando esteriormente i suoi attributi specifici, manifestandoli in relazione con il mondo e con le altre creature, nonché in rapporto ai propri simili: il corpo e il volto umani sono i veicoli di quella luce soprannaturale e immortale che è l’anima, sono un corpo e un volto spiritualizzati, quale stolto potrebbe confonderli con l’animalità? Ad ogni concepimento umano Dio crea direttamente l’anima e la infonde nel corpo, questo è un dogma della fede cattolica, l’istante del concepimento è l’istante stesso della creazione di una nuova anima, spirituale e immortale, che si informerà progressivamente con lo sviluppo cerebrale e nervoso, attraverso il corpo costituito da materia vivente, assumendo quelle caratteristiche peculiari proprie della personalità individuale: ogni anima è unica, è soggetto, è un io personale. E’ più che evidente la verità tangibile di una natura umana che è sostanzialmente una natura deviata e corrotta, perché decaduta da uno stato di perfezione originario, altrimenti non avremmo la medicina che cerca in ogni modo di guarirci dalle malattie e di salvarci dalla morte precoce, con il tentativo disperato di allungarci la vita il più possibile, è la dimostrazione chiara del teorema esistenziale di ciascuno di noi: noi non progrediamo verso la perfezione, ma deriviamo da essa per continuità di generazione, non siamo in viaggio verso il meglio, ma tendiamo tutti alla morte, alla dissoluzione di ogni nostra aspettativa, ambizione o speranza; dal nichilismo può salvarci soltanto l’anima e l’anima è un attributo divino della natura umana, è per questo che ogni vera religione deve dirsi salvifica, perché l’uomo ha necessità assoluta di essere salvato, la condizione dell’uomo di ogni tempo è una condizione di perdizione, per questo motivo l’unica salvezza possibile è racchiusa nell’esistenza dell’anima, tutto il resto è una banale illusione che con il tempo svanisce: vanità delle vanità, tutto è vanità! Così si esprime la Sacra Scrittura, in un suo Libro sapienziale. Le virtù morali rendono un’anima bella e pulita; Socrate insegnava circa cinquecento anni prima di Cristo nella città di Atene, che dobbiamo cercare di far diventare la nostra anima il più bella possibile, per rendere il nostro destino dopo la morte un destino di felicità, questo era il suo insegnamento ai giovani del suo tempo e fu condannato a morte con la falsa accusa di corruzione della gioventù, rivoltagli da individui invidiosi della sua grandezza intellettuale e morì per ubbidire alla Legge, dando testimonianza di una coscienza retta: il suo esempio ci conferma che il bene dell’anima è più importante della conservazione della vita terrena, ma occorre coraggio per essere d’accordo con Socrate. Non dobbiamo salvarci dalla morte perché questa è per tutti inevitabile, dobbiamo salvare la nostra anima! Dobbiamo avere paura del peccato che può uccidere eternamente la nostra anima, consegnandola al demonio che ci porterà all’inferno, di questo dobbiamo avere veramente paura, invece la gente ha paura di morire e vuole in tutti i modi allungarsi la vita e del destino eterno della propria anima si disinteressa, perché purtroppo non ci crede: la perdita della fede e di Dio è la più grande tragedia del mondo contemporaneo, è come se le porte dell’inferno si siano spalancate sul mondo, prepariamoci al peggio perché forse dinanzi a noi nell’avvenire, troveremo la storia che si ripeterà con orrori simili a quelli dello scorso ventesimo secolo, un secolo di guerre e di genocidi, un secolo in cui la negazione di Dio divenne scientifica e in cui il maligno ebbe purtroppo il suo macabro trionfo: se vogliamo debellare questo spettro diabolico, dobbiamo ritrovare l’anima e il senso di Dio.

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