Ci sono due modi filosofici per intendere l’anima, uno immanente e l’altro trascendente, il primo è che l’anima
definisce la vita umana, quella senza prosecuzione oltre la morte, secondo la concezione antico testamentaria, la vita è il bene più prezioso per l’uomo, il
secondo è che l’anima costituisce l’elemento o quella parte della natura umana in contrapposizione al
corpo, il corpo è caduco e mortale, invecchia, si ammala e degenera, mentre
l’anima è spirituale e immortale, il corpo muore mentre l’anima sopravvive in
una nuova dimensione ultraterrena, quella dell’eternità; per la filosofia classica
e dell’antichità esistevano tre gradi di separazione per l’anima, e cioè
l’anima vegetativa, l’anima sensitiva e l’anima spirituale, l’anima vegetativa
appartiene alla creazione inanimata o con una soglia di vita semplice, l’anima
sensitiva appartiene sia al mondo animale che all’essere umano, l’anima
spirituale è propria soltanto della persona umana ed è immortale, perché le anime sono fatte a immagine e somiglianza della divinità,
sono capaci di Dio e possono entrare in comunione con Lui. L’anima è
qualcosa che si trova dentro l’essere animato, come il nocciolo all’interno di
un frutto, è qualcosa di nascosto e di poco appariscente nella sua essenza, ma
trasfigura tutta la persona attorno a sé, manifestando esteriormente i suoi
attributi specifici, manifestandoli in relazione con il mondo e con le altre
creature, nonché in rapporto ai propri simili: il corpo e il volto umani sono i
veicoli di quella luce soprannaturale e immortale che è l’anima, sono un corpo
e un volto spiritualizzati, quale stolto potrebbe confonderli con l’animalità?
Ad ogni concepimento umano Dio crea direttamente l’anima e la infonde nel
corpo, questo è un dogma della fede cattolica, l’istante del concepimento è
l’istante stesso della creazione di una nuova anima, spirituale e immortale,
che si informerà progressivamente con lo sviluppo cerebrale e nervoso,
attraverso il corpo costituito da materia vivente, assumendo quelle
caratteristiche peculiari proprie della personalità individuale: ogni anima è
unica, è soggetto, è un io personale. E’ più che evidente la verità tangibile
di una natura umana che è sostanzialmente una natura deviata e corrotta, perché
decaduta da uno stato di perfezione originario, altrimenti non avremmo la
medicina che cerca in ogni modo di guarirci dalle malattie e di salvarci dalla
morte precoce, con il tentativo disperato di allungarci la vita il più
possibile, è la dimostrazione chiara del teorema esistenziale di ciascuno di
noi: noi non progrediamo verso la perfezione, ma deriviamo da essa per
continuità di generazione, non siamo in viaggio verso il meglio, ma tendiamo
tutti alla morte, alla dissoluzione di ogni nostra aspettativa, ambizione o
speranza; dal nichilismo può salvarci soltanto l’anima e l’anima è un attributo
divino della natura umana, è per questo che ogni vera religione deve dirsi
salvifica, perché l’uomo ha necessità assoluta di essere salvato, la condizione
dell’uomo di ogni tempo è una condizione di perdizione, per questo motivo
l’unica salvezza possibile è racchiusa nell’esistenza dell’anima, tutto il
resto è una banale illusione che con il tempo svanisce: vanità delle vanità, tutto è vanità! Così si esprime la Sacra
Scrittura, in un suo Libro sapienziale. Le virtù morali rendono un’anima bella
e pulita; Socrate insegnava circa cinquecento anni prima di Cristo nella città
di Atene, che dobbiamo cercare di far diventare la nostra anima il più bella
possibile, per rendere il nostro destino dopo la morte un destino di felicità,
questo era il suo insegnamento ai giovani del suo tempo e fu condannato a morte
con la falsa accusa di corruzione della gioventù, rivoltagli da individui
invidiosi della sua grandezza intellettuale e morì per ubbidire alla Legge,
dando testimonianza di una coscienza retta: il suo esempio ci conferma che il
bene dell’anima è più importante della conservazione della vita terrena, ma occorre
coraggio per essere d’accordo con Socrate. Non dobbiamo salvarci dalla morte
perché questa è per tutti inevitabile, dobbiamo salvare la nostra anima!
Dobbiamo avere paura del peccato che può uccidere eternamente la nostra anima,
consegnandola al demonio che ci porterà all’inferno, di questo dobbiamo avere
veramente paura, invece la gente ha paura di morire e vuole in tutti i modi
allungarsi la vita e del destino eterno della propria anima si disinteressa,
perché purtroppo non ci crede: la perdita della fede e di Dio è la più grande
tragedia del mondo contemporaneo, è come se le porte dell’inferno si siano
spalancate sul mondo, prepariamoci al peggio perché forse dinanzi a noi
nell’avvenire, troveremo la storia che si ripeterà con orrori simili a quelli
dello scorso ventesimo secolo, un secolo di guerre e di genocidi, un secolo in
cui la negazione di Dio divenne scientifica e in cui il maligno ebbe purtroppo
il suo macabro trionfo: se vogliamo debellare questo spettro diabolico,
dobbiamo ritrovare l’anima e il senso di Dio.
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