Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 25 dicembre 2013

Canto di benedizione nel giorno di Natale

Dedico questa prosa poetica a tutte quelle persone dimenticate, uomini e donne, che passeranno in solitudine questo giorno di Natale del Signore… Lui vi è vicino e vi vuole bene.

Natale o nascita di un Bambino che porta nel mondo l’umiltà arcana che dall’eternità attendeva di essere tra le braccia di una donna prescelta, Vergine unica che accosta dolcemente il suo volto sul volto del figlioletto venuto alla luce, con il bacio dell’amore materno

Natale o nascita dell’Autore della vita che porta nel mondo la speranza in una umanità più giusta dove i poveri riceveranno la salvezza, i malati la guarigione, i prigionieri la libertà, i peccatori la redenzione, i morti la vita

Natale o nascita del Benedetto, figlio di una madre che lo guarda con la tenerezza propria di chi ha conosciuto la preziosità di una piccola creatura che si affaccia sull’esistenza, tanto bella quanto difficile per ciascuno

Natale o nascita del proprio unico figlio, armonia silente che canta lieta la vita di un neonato che porta su di sé le sorti dell’umano genere, destino di nascondimento, sofferenza e gloria

Natale o nascita che si compie nella povertà di un giaciglio di paglia e tessuti semplici nel freddo di una notte d’inverno, dove la neve con il suo biancore saluta cadendo e adagiandosi piano sulla terra stupefatta e ammirata, alimenta emozioni e aspettative

Natale o nascita in una Betlemme che accoglie il re dei re nella privazione, quando la sua gente senza troppi pensieri lo rifiuta dicendo che per Lui non c’è posto al tepore del fuoco domestico, tra le mura di una casa accogliente e illuminata

Natale o nascita in cui degli animali con il calore del loro corpo scaldano l’ambiente e danno sollievo alla madre e al figlio, al padre che rispettoso del Mistero annunciato dall’Angelo santo in un sogno serbato nella memoria, contempla con fiduciosa interrogazione quelle candide membra di pargoletto

Natale, in cui il Dio dei Cieli che l’universo non può contenere con la sua immensità, si chiuse nel corpicino di un piccolo appena nato, sangue del sangue del popolo eletto Israele, che il Signore s’è preso nei tempi passati per i suoi progetti salvifici, segreto scrigno dell’incarnazione dell’Eterno

Questo è il Natale delle gente che soffre, che piange, che chiede giustizia, della gente che prega, che crede e che spera, il Natale dei poveri e dei miseri, il Natale di coloro che non hanno nulla e sono disprezzati e rifiutati, un Natale dove non ci sono pastori e Angeli celesti con l’osanna e la lode, ma lacrime e sangue che intridono la terra che urla di disperazione

Questo è il nostro Natale, in un mondo dove regna l’odio e nessuno conosce la pace portata dal Bambino di Betlemme, in un mondo privo di compassione e di attenzione interessata agli ultimi, in un mondo dominato dagli antichi avversari della vita e del suo Creatore, Natale che oggi porta il suo annuncio bello che nessuno vuole più ascoltare, Natale sordo all’invocazione della purezza beata

Questo è un Natale come un altro, un Natale che non vuole cambiare, un Natale privo di novità, ciò che lo rinnova dentro è il sentimento di coloro che accolgono Gesù bambino nel proprio cuore, con la fede sincera dell’accesa volontà aperta al perdono, che ci comunica da sempre la Misericordia fatta carne, fatta umanità fragile e mortale, reciproca accoglienza tra persone il cui Natale è nella vita quotidiana, una coscienza rigenerata nel bene e ricercata per il bene

Perché a Natale tutti pensano alle vanità mondane, ma nessuno pensa a Gesù e alla sua mamma? Fermiamoci a pensare al momento della Natività come quell’attimo eterno d’infinito amore, questa dolcezza di carità è il valore più nobile che si possa davvero considerare, questa dolcezza nell’amarezza della vita che portò il profeta a dire: “ Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo! ”

Ti salutiamo così nel giorno della Tua venuta nel mondo, nel Tuo santo Natale: “ Ave benignissime Iesu, salvator mundi, Domine, miserere nobis! ”.

Nessun commento:

Posta un commento