Dedico
questa prosa poetica a tutte quelle persone dimenticate, uomini e donne, che
passeranno in solitudine questo giorno di Natale del Signore… Lui vi è vicino e vi vuole bene.
Natale o nascita di un Bambino
che porta nel mondo l’umiltà arcana che dall’eternità attendeva di essere tra
le braccia di una donna prescelta, Vergine unica che accosta dolcemente il suo
volto sul volto del figlioletto venuto alla luce, con il bacio dell’amore
materno
Natale o nascita dell’Autore
della vita che porta nel mondo la speranza in una umanità più giusta dove i
poveri riceveranno la salvezza, i malati la guarigione, i prigionieri la
libertà, i peccatori la redenzione, i morti la vita
Natale o nascita del Benedetto,
figlio di una madre che lo guarda con la tenerezza propria di chi ha conosciuto
la preziosità di una piccola creatura che si affaccia sull’esistenza, tanto
bella quanto difficile per ciascuno
Natale o nascita del proprio
unico figlio, armonia silente che canta lieta la vita di un neonato che porta
su di sé le sorti dell’umano genere, destino di nascondimento, sofferenza e
gloria
Natale o nascita che si compie
nella povertà di un giaciglio di paglia e tessuti semplici nel freddo di una
notte d’inverno, dove la neve con il suo biancore saluta cadendo e adagiandosi
piano sulla terra stupefatta e ammirata, alimenta emozioni e aspettative
Natale o nascita in una
Betlemme che accoglie il re dei re nella privazione, quando la sua gente senza
troppi pensieri lo rifiuta dicendo che per Lui non c’è posto al tepore del
fuoco domestico, tra le mura di una casa accogliente e illuminata
Natale o nascita in cui degli
animali con il calore del loro corpo scaldano l’ambiente e danno sollievo alla
madre e al figlio, al padre che rispettoso del Mistero annunciato dall’Angelo santo
in un sogno serbato nella memoria, contempla con fiduciosa interrogazione quelle
candide membra di pargoletto
Natale, in cui il Dio dei Cieli
che l’universo non può contenere con la sua immensità, si chiuse nel corpicino
di un piccolo appena nato, sangue del sangue del popolo eletto Israele, che il
Signore s’è preso nei tempi passati per i suoi progetti salvifici, segreto
scrigno dell’incarnazione dell’Eterno
Questo è il Natale delle gente
che soffre, che piange, che chiede giustizia, della gente che prega, che crede
e che spera, il Natale dei poveri e dei miseri, il Natale di coloro che non
hanno nulla e sono disprezzati e rifiutati, un Natale dove non ci sono pastori
e Angeli celesti con l’osanna e la lode, ma lacrime e sangue che intridono la
terra che urla di disperazione
Questo è il nostro Natale, in
un mondo dove regna l’odio e nessuno conosce la pace portata dal Bambino di
Betlemme, in un mondo privo di compassione e di attenzione interessata agli
ultimi, in un mondo dominato dagli antichi avversari della vita e del suo Creatore,
Natale che oggi porta il suo annuncio bello che nessuno vuole più ascoltare,
Natale sordo all’invocazione della purezza beata
Questo è un Natale come un
altro, un Natale che non vuole cambiare, un Natale privo di novità, ciò che lo
rinnova dentro è il sentimento di coloro che accolgono Gesù bambino nel proprio
cuore, con la fede sincera dell’accesa volontà aperta al perdono, che ci
comunica da sempre la Misericordia fatta carne, fatta umanità fragile e
mortale, reciproca accoglienza tra persone il cui Natale è nella vita quotidiana,
una coscienza rigenerata nel bene e ricercata per il bene
Perché a Natale tutti pensano
alle vanità mondane, ma nessuno pensa a Gesù e alla sua mamma? Fermiamoci a
pensare al momento della Natività come quell’attimo eterno d’infinito amore,
questa dolcezza di carità è il valore più nobile che si possa davvero considerare,
questa dolcezza nell’amarezza della vita che portò il profeta a dire: “ Ecco
l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo! ”
Ti salutiamo così nel giorno
della Tua venuta nel mondo, nel Tuo santo Natale: “ Ave benignissime Iesu, salvator mundi, Domine, miserere nobis! ”.
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