Ci sono nell’umanità in
rapporto alla fede religiosa o alla morale naturale tre tipi spirituali, il
corrotto, l’indifferente e il convertito: il corrotto è colui che si rifiuta di
accettare la Verità rivelata come norma di condotta nella sua vita, è una persona
miscredente che non prega e che antepone il proprio egoismo a qualsiasi
attrattiva all’altrui persona, non ama e non vuole amare, per lui la vita umana
è un bene relativo di cui si può disporre a piacimento secondo i propri scopi o
vantaggi, la distinzione tra il bene e il male se la fa da sé senza nessun
riferimento a una Legge superiore, è appunto un relativista e un agnostico,
quindi se la scienza non può dimostrare Dio il problema del credere non lo
riguarda, la vita per lui è una questione intramondana e ogni riferimento ad un
al di là oltre la morte è un atto di immaginazione, da tutto questo breve discorso
si può comprendere che le persone così sono le più pericolose, quelle che sanno
fare seriamente del male al prossimo senza mai provare il minimo rimorso di
coscienza, sono anime in stato avanzato di putrefazione, perché i peccati non
perdonati marciscono dentro e corrompono tutto; il corrotto diventa
inconsapevolmente strumento del maligno. L’indifferente è colui che ha paura di
prendere l’iniziativa di credere in un Dio di infinita carità, così come ce lo
presenta il Signore nel suo Vangelo, è una persona che soppesa i pro e i
contro, un cinico calcolatore che valuta se la fede gli convenga o meno; l’indifferente
non si interessa a Dio con una seria riforma del suo cuore, una riforma morale
per una vita all’insegna della conversione ai Comandamenti, è una persona a cui
non importa veramente della dimensione soprannaturale dell’uomo, non che non ci
creda come il corrotto, ma preferisce per amore del quieto vivere e per non
mettersi in discussione, lasciare la cosa nel dimenticatoio, semplicemente non
pensarci, non interrogarsi, è fondamentalmente un ignavo che non vuole prendere
posizione facendo un vero atto di coraggio, per stare dalla parte di Dio o
contro di Lui, in maniera apertamente dichiarata; gli indifferenti sono tiepidi
e non amano con tutto il cuore né Dio né il prossimo, anche loro sono egoisti proprio
come i corrotti, ma non in maniera così radicale poiché ogni tanto la coscienza
ridiventa sensibile e si fa sentire per dirgli che stanno sbagliando, ogni
tanto sono capaci di atti altruistici, comunque preferiscono la mediocrità al
coraggio di una scelta per sempre. Il convertito è colui che ha dato ascolto
alla propria coscienza, che non l’ha uccisa o soffocata come il corrotto o l’indifferente,
il convertito ad un certo momento del suo percorso di vita ha compreso che
stava sbagliando, che certe sue azioni e certi suoi comportamenti erano
inequivocabilmente malvagi, è rientrato in sé stesso e ha pianto le lacrime del
pentimento, ha compreso che la sua vita doveva cambiare in rapporto al Signore
e al prossimo, altrimenti si sarebbe rovinato da sé stesso pagandone poi le
conseguenze nell’eternità della sua anima: è una persona che ha avuto il
coraggio di fare un sincero atto di fede nella Verità che ha conosciuto, di
credere nel bene e nei suoi valori e di avere fiducia in esso, come direbbe il
filosofo francese Pascal ha avuto il
coraggio di fare la sua scommessa, quindi se Dio esiste tutto cambia e
allora ci si deve adeguare per ottenere il proprio vero bene e il vero bene del
prossimo; è ovvio che nella dimensione della fede la prospettiva della propria
vita cambia inevitabilmente, il convertito ha scelto con intelligenza e libertà
di credere, e poiché crede tutto nella sua vita cambia di conseguenza: la
conversione è cambiamento, è una nuova vita che inizia, soprattutto
interiormente; la preghiera è un aspetto caratteristico e molto importante di
questa nuova vita, poiché credere significa pregare e molti Santi ci dicono che
Dio è medico e medicina, nella conversione al suo amore Dio ha guarito la
nostra anima dal peccato, perché noi gli abbiamo detto di sì, abbiamo accettato
la salvezza dalla sua eterna Misericordia. Un altro aspetto caratteristico
della conversione è l’amore nella vita di grazia, come per la fede l’amore è
una scelta, si sceglie liberamente di amare, nessuno può costringerci, quindi l’amore
è anche un atto meritorio davanti a Dio, ad esempio perdonare è un atto d’amore
e chi si converte deve necessariamente perdonare per cominciare una nuova vita.
Il convertito è colui che ha preferito Dio a satana, il bene al male, l’amore
all’odio, il perdono alla vendetta, la vita alla morte: il cammino della sua
vita è proiettato al futuro del Regno annunciato da Cristo, egli non appartiene
più al mondo ma è un cittadino della città di Dio, la sua speranza è una
speranza escatologica, i suoi desideri sono gli stessi di Colui che lo ha
chiamato alla salvezza e nessuno può togliergli la sua pace, perché essa viene
dall’alto. Ciascuno di noi ha una parte di torto e una parte di ragione, ma se
giudichiamo negativamente gli altri cadiamo interamente nel torto, ricordiamoci
che il primo dovere di un cristiano è di amare e che l’amore copre una
moltitudine di peccati.
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