Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 12 dicembre 2013

Tre tipi spirituali

Ci sono nell’umanità in rapporto alla fede religiosa o alla morale naturale tre tipi spirituali, il corrotto, l’indifferente e il convertito: il corrotto è colui che si rifiuta di accettare la Verità rivelata come norma di condotta nella sua vita, è una persona miscredente che non prega e che antepone il proprio egoismo a qualsiasi attrattiva all’altrui persona, non ama e non vuole amare, per lui la vita umana è un bene relativo di cui si può disporre a piacimento secondo i propri scopi o vantaggi, la distinzione tra il bene e il male se la fa da sé senza nessun riferimento a una Legge superiore, è appunto un relativista e un agnostico, quindi se la scienza non può dimostrare Dio il problema del credere non lo riguarda, la vita per lui è una questione intramondana e ogni riferimento ad un al di là oltre la morte è un atto di immaginazione, da tutto questo breve discorso si può comprendere che le persone così sono le più pericolose, quelle che sanno fare seriamente del male al prossimo senza mai provare il minimo rimorso di coscienza, sono anime in stato avanzato di putrefazione, perché i peccati non perdonati marciscono dentro e corrompono tutto; il corrotto diventa inconsapevolmente strumento del maligno. L’indifferente è colui che ha paura di prendere l’iniziativa di credere in un Dio di infinita carità, così come ce lo presenta il Signore nel suo Vangelo, è una persona che soppesa i pro e i contro, un cinico calcolatore che valuta se la fede gli convenga o meno; l’indifferente non si interessa a Dio con una seria riforma del suo cuore, una riforma morale per una vita all’insegna della conversione ai Comandamenti, è una persona a cui non importa veramente della dimensione soprannaturale dell’uomo, non che non ci creda come il corrotto, ma preferisce per amore del quieto vivere e per non mettersi in discussione, lasciare la cosa nel dimenticatoio, semplicemente non pensarci, non interrogarsi, è fondamentalmente un ignavo che non vuole prendere posizione facendo un vero atto di coraggio, per stare dalla parte di Dio o contro di Lui, in maniera apertamente dichiarata; gli indifferenti sono tiepidi e non amano con tutto il cuore né Dio né il prossimo, anche loro sono egoisti proprio come i corrotti, ma non in maniera così radicale poiché ogni tanto la coscienza ridiventa sensibile e si fa sentire per dirgli che stanno sbagliando, ogni tanto sono capaci di atti altruistici, comunque preferiscono la mediocrità al coraggio di una scelta per sempre. Il convertito è colui che ha dato ascolto alla propria coscienza, che non l’ha uccisa o soffocata come il corrotto o l’indifferente, il convertito ad un certo momento del suo percorso di vita ha compreso che stava sbagliando, che certe sue azioni e certi suoi comportamenti erano inequivocabilmente malvagi, è rientrato in sé stesso e ha pianto le lacrime del pentimento, ha compreso che la sua vita doveva cambiare in rapporto al Signore e al prossimo, altrimenti si sarebbe rovinato da sé stesso pagandone poi le conseguenze nell’eternità della sua anima: è una persona che ha avuto il coraggio di fare un sincero atto di fede nella Verità che ha conosciuto, di credere nel bene e nei suoi valori e di avere fiducia in esso, come direbbe il filosofo francese Pascal ha avuto il coraggio di fare la sua scommessa, quindi se Dio esiste tutto cambia e allora ci si deve adeguare per ottenere il proprio vero bene e il vero bene del prossimo; è ovvio che nella dimensione della fede la prospettiva della propria vita cambia inevitabilmente, il convertito ha scelto con intelligenza e libertà di credere, e poiché crede tutto nella sua vita cambia di conseguenza: la conversione è cambiamento, è una nuova vita che inizia, soprattutto interiormente; la preghiera è un aspetto caratteristico e molto importante di questa nuova vita, poiché credere significa pregare e molti Santi ci dicono che Dio è medico e medicina, nella conversione al suo amore Dio ha guarito la nostra anima dal peccato, perché noi gli abbiamo detto di sì, abbiamo accettato la salvezza dalla sua eterna Misericordia. Un altro aspetto caratteristico della conversione è l’amore nella vita di grazia, come per la fede l’amore è una scelta, si sceglie liberamente di amare, nessuno può costringerci, quindi l’amore è anche un atto meritorio davanti a Dio, ad esempio perdonare è un atto d’amore e chi si converte deve necessariamente perdonare per cominciare una nuova vita. Il convertito è colui che ha preferito Dio a satana, il bene al male, l’amore all’odio, il perdono alla vendetta, la vita alla morte: il cammino della sua vita è proiettato al futuro del Regno annunciato da Cristo, egli non appartiene più al mondo ma è un cittadino della città di Dio, la sua speranza è una speranza escatologica, i suoi desideri sono gli stessi di Colui che lo ha chiamato alla salvezza e nessuno può togliergli la sua pace, perché essa viene dall’alto. Ciascuno di noi ha una parte di torto e una parte di ragione, ma se giudichiamo negativamente gli altri cadiamo interamente nel torto, ricordiamoci che il primo dovere di un cristiano è di amare e che l’amore copre una moltitudine di peccati.

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