Il cinismo è quell’atteggiamento
psicologico nemico dei sentimenti buoni e positivi, che svuota la persona di
quegli elementi benigni che caratterizzano un sano rapporto con gli altri;
essere cinici è essere privi di mozioni compassionevoli e altruiste, che
portano una mente ad una esclusiva rappresentazione dell’altro come di una
fredda macchina di metallo, senz’anima e senza umanità, significa svuotare di
valore le persone e la loro parte migliore, più alta e nobile, senza più intravedere
la bellezza che si nasconde dietro le apparenze della carne, senza più
intravedere la dignità dello spirito umano: quando qualcuno pensa che un’altra
persona sia paragonabile a una cosa, a un oggetto, smarrisce la sua parte
migliore, si perde nel vuoto spegnersi delle sue emozioni positive, si perde
nel qualunquismo di una serie di considerazioni prive di presupposti idetici
nella personalità degli altri, è lo spegnersi dell’anima nei confronti delle
altre anime, è la via verso la vacuità di un pensiero morto, la via che porta
la soggettività ad annullarsi nel cinico processo di spersonalizzazione e di annientamento
dell’io in relazione al tu, come se il tu fosse soltanto un appendice
funzionale senza proprietà salienti e distintive. Quando gli altri non valgono
nient’altro che a soddisfare i nostri desideri, pulsioni o bisogni, regna nel
cuore un’anima spenta, priva di quella forza motrice capace di portare ad un
cambiamento nella direzione della pulsione di vita, un cambiamento che soddisfi
la necessità di costruire una società umana giusta ed equa per tutti, che porta
in sé i valori imprescindibili della vita come diritto e dei diritti come
fondamento al dovere di vivere per essere disponibili all’altrui bene, per dare
con questa dinamica un autentico significato e una missione razionale al
proprio ambito creativo, una finalità logica della propria esistenza: vivere
per il prossimo, per migliorare la condizione della civiltà, per costruire la
pace; le persone ciniche ragionano all’opposto, sono in antagonismo con l’altrui
bene e formulano pensieri egoisti e convinzioni fortemente egocentriche, in
contrasto con la natura umana sociale e socializzante, che ha come suo
fondamento la solidarietà e la condivisione tra simili e con il creato; il
cinismo è distruttività maniacale, è pulsione di morte, è vivere nel gelo e nel
vuoto di una interiorità disincantata, che ha perduto gradualmente e
inesorabilmente il senso del sacro e del mistero, in una vita fatta di
involucro privo di sostanza, nello scrutare nei propri simili un buio di morte
simile all’inferno, che in realtà non si trova negli altri, ma è invece dentro
di noi: per uscire dal cinismo occorre ritrovare la propria anima perduta, o
meglio il senso profondo della presenza di questa in noi e negli altri, per
uscire dal cinismo occorre ricominciare a coltivare intenzioni e sentimenti
improntati alla bontà, come l’amore e la compassione, soltanto così si può
accendere nel nostro cuore freddo e spento, la fiammella dello Spirito,
soltanto così possiamo piangere finalmente con lacrime sincere di dolore e di
umanità.
Nessun commento:
Posta un commento