Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 15 luglio 2012

Sogni e allucinazioni terapeutiche


Sigmund Freud: “ I sogni [...] pensano prevalentemente con immagini visive, ma non esclusivamente; essi infatti fanno uso anche di immagini auditive e, in misura minore, delle impressioni degli altri sensi. Molte cose si manifestano nei sogni (proprio come fanno nella vita da svegli) semplicemente come pensieri o idee, probabilmente cioè in forma di residui di rappresentazioni verbali. Tuttavia, ciò che è veramente caratteristico nel contenuto dei sogni, sono quegli elementi che si comportano come immagini, cioè più simili a percezioni che a rappresentazioni della memoria. Tralasciando tutte le argomentazioni, così note agli psichiatri, sulla natura delle allucinazioni, concorderemo con tutte le opinioni autorevoli sull'argomento nell'affermare che i sogni allucinano, che sostituiscono le allucinazioni ai pensieri ”. Il mondo dei sogni è un mondo virtuale che nasce dall’esperienza del reale, le allucinazioni forse sono soltanto sogni in stato di veglia che coinvolgono tutti i sensi fisici, esterni ma anche interni, nell’allucinazione le barriere che delimitavano l’inconscio con la veglia cadono per lasciare posto ad una dialettica diretta e caotica, che porta immagini e suoni ad una invasività estrema sovrapposta alla percezione della realtà superficiale data dai sensi, come vista e udito: una mente in condizione normale è dominata dal pensiero, nelle allucinazioni è ciò che allucina a dominare la mente, le percezioni ingannevoli dei sensi; il sogno è un’esperienza allucinatoria comune a tutte le persone, è come se quello che si forma nei sogni andasse subito dopo a cadere nel profondo, per costituire delle strutture nuove che sovrapponendosi alle vecchie preesistenti, formano una fitta stratificazione della mente, un bagaglio di materiale in rete verticale, dove la parte cosciente è soltanto una minima rappresentazione della vera personalità e dell’identità del soggetto. La mente di una persona è soprattutto un variegato caos che il cosciente deve rielaborare costantemente, per costituire un equilibrio tra le diverse sfere del profondo e unificare la persona nell’illusione evanescente della soggettività, dell’io apparente, in realtà la persona è la sintesi di tutto il materiale acquisito ed elaborato dall’esterno verso l’interno e dall’interno verso il profondo e viceversa, in una dinamica instancabile e continuativa: le allucinazioni sono i contenuti sfuggiti al controllo di quelle forze psichiche preposte al consolidamento dell’equilibrio, quindi occorre reintegrarle nella mente, come per un sogno al mattino che viene ricordato ed analizzato, come se l’allucinazione fosse comunque parte di noi e questo è assolutamente vero e innegabile, la consapevolezza implica la convivenza con le allucinazioni come per i sogni, poiché esse sono parte di noi, sono parte di una mente in cui il muro tra gli strati è caduto per far emergere in superficie il caos, il disordine. I sogni sono le allucinazioni normali di una vita psichica ordinata che collima nell’oblio dei suoi contenuti, a parte il rimanere sospesi come malattia nella parte conscia e sveglia dell’individuo, in questo caso comprendere i sogni o le proprie allucinazioni aiuta a guarire da crisi psicotiche acute, che prostrano nella sofferenza la nostra anima: il rumore è malattia, la pace e il silenzio sono la guarigione; i traumi e i disturbi riverberano nella vita attiva personale e relazionale, per guarirne occorre avere l’intelligenza di scrutare e conoscere i dettami che hanno fatto scaturire la sofferenza, è necessaria l’analisi razionale applicata ai sogni e alle allucinazione, perché nella vita mentale umana nulla è privo di un determinato e sostanziale significato: il lavoro duro consiste nel trovare tale significato ed elaborarlo positivamente per il nostro bene e la nostra maturazione, in ambito umano non avviene una crescita senza l’esperienza della sofferenza. L’immaginazione è una fase allucinatoria controllata, un modo per sognare senza essere soggiogati dai contenuti allucinatori, senza che vi sia nulla di patologico, ma con dei connotati fortemente creativi e liberatori: l’arte in ogni sua espressione è un sogno liberatorio, senza l’aggravante del patologico, un sogno che esprime agli altri parte della nostra anima, un sogno che converge in un atto prettamente comunicativo; l’immaginazione e l’arte sono due lati della stessa medaglia, in cui l’univocità è data dal sognatore allucinato, dal sognatore che è sceso a patti tra la sua consapevolezza, che si andata forgiando dalla inconsapevolezza di un allucinato mondo bizzarro e surreale, e la dimensione del fantastico messo dinanzi ai suoi occhi.

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