Sigmund Freud: “ La vita
sessuale di ciascuno di noi giunge ad un livello assai limitato ( in una direzione o in un'altra ) al di
là degli angusti confini imposti dallo standard della normalità; le perversioni
non sono né bestiali, né degenerate nel senso immediato del termine: sono uno
sviluppo particolare dei germi contenuti nella indifferenziata disposizione
sessuale del bambino che, o perché rimossi, o perché incanalati verso mete più
elevate, non sessuali ( attraverso un
processo di sublimazione ) sono destinati a fornire energia psichica per un
gran numero di successi della nostra vita intellettuale; quando perciò uno di
questi germi è diventato una perversione oscena e inconfondibile,
sarebbe più corretto dire che è rimasto tale, in quanto presenta un
certo grado di sviluppo inibito ”. Sono i canoni della civiltà contemporanea a
definire la morale sessuale entro certi confini, la pratica sessuale è inibita
dalla conformità a questi canoni, fuori dai quali vi è l’osceno e la
perversione; ma tutti dimenticano che fuori da questi canoni socialmente
condivisi c’è la natura sessuale autentica e genuina della prima infanzia, con
il suo polimorfismo erotico e sensuale: è la maturazione psicologica e il
processo di educazione alla civiltà, che rimuovono la tendenza alla
molteplicità perversa della pratica sessuale, l’innocenza dei bambini è anche
innocenza sessuale, poiché il primo oggetto sessuale della persona è la madre,
con le sue modalità erogene come la carezza e la suzione al seno per l’allattamento,
inoltre qualsiasi contatto fisico con le zone genitali, tutto questo provoca
nel bambino e nella bambina piacere e quindi il desiderio di ripeterne l’esperienza,
in quanto è il piacere lo scopo sessuale, il mentore della felicità corporea; la
perversione sessuale è data nell’adultità dal prolungamento della perversione
polimorfica che si ha fin dall’infanzia, senza che la rimozione o la
sublimazione abbiano in alcun modo potuto porvi rimedio, è una condizione
adulta di regressione nella mancanza di maturazione della psiche, non avvenuta
durante lo sviluppo psicologico e somatico nelle fasi successive all’infanzia,
una condizione di negazione dei canoni condivisi della civiltà e della morale
religiosa. Perché alcune persone rimangono inibite? Molto spesso la risposta a
questa domanda va ricercata nell’ambito della famiglia, ma anche della società
in cui qualcuno si ritrova a vivere; nelle società umane primitive l’inibizione
sessuale non sussiste così come la conoscono gli occidentali civilizzati, anche
se permangono regole di convivenza, forse piuttosto essenziali bisognerebbe
dire. Senza inibizione della sessualità non può edificarsi alcuna civiltà, senza
la sublimazione della perversione polimorfica, le energie psichiche non possono
assurgere a nessuno scopo puramente intellettuale e costruttivo; è sbagliato
convincersi che nell’infanzia anche precocissima non vi sia vita sessuale, come è
assurdo chiedersi se gli angeli posseggano un sesso: gli angeli non hanno
sesso, perché non hanno corpo… ma i bambini avendo una corporeità, conoscono
fin da subito il linguaggio della sessualità e la praticano anche nell’inconsapevolezza,
più o meno onesta e quindi presunta, degli adulti formati dalla forza della
civilizzazione e delle varie filosofie e religioni, in primo luogo i genitori
che hanno il dovere di crescere i propri figli: forse la moralità è soltanto un
mero costrutto della civiltà e sembra che attualmente coloro che sono convinti
di questo, siano la maggior parte degli uomini e delle donne, sono di meno
coloro che credono che vi sia una legge morale naturale scritta nello spirito
umano senziente; a ciascuno la verità che si “ merita ”, senza nessuna
fastidiosa polemica… scomodamente ricordandoci che il primo terreno fertile per
la pedofilia e la pedopornografia, è la famiglia d’origine del bambino o della
bambina.
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