Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 14 luglio 2012

Quando al risveglio ricordiamo un sogno


Sigmund Freud: “ Nell'epoca che possiamo chiamare prescientifica gli uomini non avevano difficoltà nel trovare una spiegazione ai sogni. Quando al risveglio ricordavano un sogno, lo consideravano una manifestazione favorevole od ostile di potenze superiori, demoniache e divine. Allorché cominciarono a diffondersi le dottrine naturalistiche, tutta questa ingegnosa mitologia si mutò in psicologia, ed oggi solo un'esigua minoranza delle persone istruite dubita che i sogni siano un prodotto della mente del sognatore ”. E’ esatto affermare che i sogni sono soltanto un prodotto della mente del sognatore? Sì, l’affermazione è coerente con la verità; comunque è possibile stabilire con esattezza come si elaborano i contenuti dell’inconscio, andando a generare dei sogni? Può darsi che la risposta corretta sia la casualità, il semplice random, ma può anche darsi che le libere associazioni richiedano forze specifiche che integrino i contenuti in un’articolazione metapsichica lineare e coerente ( anche se si deve ammettere che il mondo onirico appare decisamente caotico ), una sorta di coacerbo di forze sotterranee inerziali della psiche ( un atto vitale e liberatorio ), che concorrono nello stato di veglia precedente alla fase rem del sonno; la cognizione del sogno solitamente si perde al risveglio, poco dopo essere del tutto fuoriusciti dal dormiveglia, ma alcuni sogni fatti durante la fase precedente al risveglio e oggetto di maggiore fissazione nella memoria del soggetto, con l’ausilio di una psiche più recettiva ai ricordi, rimangono presenti alla coscienza. L’esperienza del quotidiano forma i sogni della notte, quindi i sogni e gli incubi non sono altro che farina del nostro sacco, ma chi ci dice con certezza che abbiano un significato reale per il giorno successivo della nostra vita? La psicoanalisi o psicologia analitica, tratta con presunta scientificità questo argomento, con la pretesa di essere una scienza esatta da lasciarsi esclusivamente al libero esercizio di interpretazione, di coloro che leggono la nostra mente attraverso i sogni: sinceramente penso che interpretare i sogni sia come fare un altro sogno, usando il materiale derivato dalla mente di un’altra persona e filtrandolo attraverso la propria, quindi un’impresa impossibile soggetta a numerose deviazioni verso molteplici errori; alcuni sostengono che occorre conoscere bene innanzitutto sé stessi per cimentarsi nell’interpretazione dei sogni, personalmente credo che conoscere la natura dell’anima umana in senso compiuto sia di per sé una convinzione assurda, che purtroppo hanno molti fanatici con un grande potenziale per fare danno agli altri. I sogni sono ermetici e decifrarli è un’impresa ardua, i professionisti prima sanno ascoltare e poi dichiarano delle affermazioni quanto mai prossime alla realtà interna di coloro che ci si trova davanti, ma è come tradurre male nella propria lingua madre da un’altra lingua, da una lingua poco conosciuta, di cui semantica e sintassi si articolano faticosamente e con incertezza: il significato dei contenuti e le relazioni tra di essi con il vissuto di una persona, richiedono una grande esperienza e abilità, è come montare un puzzle senza conoscerne l’immagine finale, quella completa e definitiva, per questo il più delle volte l’immagine risultante dall’analisi è grossolana e imprecisa. Molti nell’antichità hanno visto nei sogni un tramite con enti demonici o divini, questo non è del tutto sbagliato, poiché i sogni possono diventare anche un veicolo di comunicazione tra vari enti, anche tra persone umane distanti, ma si tratta di studi a carattere ipotetico, non c’è nulla di comprovato per ora: gli spiriti e le anime possono parlare attraverso i sogni, possono scambiarsi materiale, quindi avere un contatto? Credo che ciò sia possibile, ma per vie di natura ignota, di tipo preternaturale.

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