"𝗟𝗢 𝗗𝗜𝗖𝗢 𝗖𝗢𝗡 𝗗𝗢𝗟𝗢𝗥𝗘: 𝗟𝗔 𝗠𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢𝗥𝗔𝗡𝗭𝗔 𝗦𝗘 𝗡𝗘 𝗦𝗧𝗔 𝗜𝗡 𝗣𝗜𝗘𝗗𝗜 𝗗𝗨𝗥𝗔𝗡𝗧𝗘 𝗟𝗔 𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗖𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘..."
La Vergine Santa a Catalina Rivas:
La gente fa pellegrinaggi, cerca i luoghi delle apparizioni, e questo va bene per tutte le grazie che si ricevono in quei luoghi, ma in nessuna apparizione, 𝗶𝗻 𝗻𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻 𝗹𝘂𝗼𝗴𝗼 𝗜𝗼 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗱𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗮. Ai piedi dell’Altare dove si celebra l’Eucaristia, sempre Mi potrete trovare; Io rimango ai piedi del Tabernacolo insieme agli Angeli, perché Io sto sempre con Lui.
𝗟𝗼 𝗱𝗶𝗰𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲: 𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝘂𝗼𝗺𝗶𝗻𝗶, 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗲, 𝘀𝗲 𝗻𝗲 𝘀𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗽𝗶𝗲𝗱𝗶 𝗱𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗮𝗰𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝗯𝗿𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮 𝗶𝗻𝗰𝗿𝗼𝗰𝗶𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗲 𝗱𝗼𝘃𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗼 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗼𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗮𝗹 𝗦𝗶𝗴𝗻𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝗶 𝗮 𝗽𝗮𝗿𝗶, 𝗱𝗮 𝘂𝗴𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗴𝘂𝗮𝗹𝗲. 𝗗𝗶𝘀𝘀𝗲 𝗹𝗮 𝗩𝗲𝗿𝗴𝗶𝗻𝗲: “𝗗𝗶𝗹𝗹𝗼 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗶 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶, 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗮𝗶 𝘂𝗻 𝘂𝗼𝗺𝗼 𝗲̀ 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝗱𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼 𝘂𝗼𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮 𝗹𝗲 𝗴𝗶𝗻𝗼𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮 𝗗𝗶𝗼”.
Il celebrante pronunciò le parole della “Consacrazione”. Era una persona di statura normale, ma all’improvviso cominciò a crescere, a riempirsi di luce, di una luce soprannaturale, tra il bianco e il dorato che lo avvolgeva, e diventava fortissima nella parte del volto, tanto che non si potevano più vedere i suoi lineamenti. Quando sollevò l’Ostia, vidi che le sue mani avevano sul dorso dei segni, dai quali usciva molta luce. Era Gesù! Era Lui che con il Suo Corpo avvolgeva quello del celebrante. Istintivamente abbassai la testa e Nostra Signora disse: “Non distogliere lo sguardo, alza gli occhi, contemplalo, incrocia il tuo sguardo con il Suo e ripeti la preghiera di Fatima: «Gesù mio, io credo, adoro spero e Ti amo. Ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non ti amano». Perdono e Misericordia… Adesso digli quanto lo ami, rendi il tuo omaggio al Re dei Re”.
Non appena Monsignore pronunciò le parole della Consacrazione del vino, insieme alle sue parole, incominciarono ad apparire dei bagliori come lampi, nel cielo e sullo sfondo. La chiesa non aveva più né tetto, né pareti, tutto era buio, vi era solamente quella luce che brillava nell’Altare. All’improvviso sospeso in aria vidi Gesù Crocifisso, dalla testa sino alla parte bassa del torace. Il tronco trasversale della croce era sostenuto da grandi e forti mani. Dal centro di quello splendore, si distaccò un piccolo lume come una colomba molto piccola e molto brillante che, fatto velocemente il giro della chiesa, si posò sulla spalla sinistra del signor Arcivescovo [il celebrante; N.d.R.], che continuava ad essere Gesù, perché potevo distinguere la Sua capigliatura, le Sue piaghe luminose, il Suo grandioso corpo, ma non vedevo il Suo volto. In alto, Gesù Crocifisso, stava con il viso reclinato sulla spalla destra. Si vedevano sul volto e sulle braccia i segni dei colpi e delle ferite. Sul costato destro, all’altezza del petto, vi era una ferita da cui usciva a fiotti verso sinistra del sangue, e verso destra qualcosa che sembrava acqua, però molto brillante; ma erano piuttosto fasci di luce quelli che si dirigevano verso i fedeli, muovendosi a destra e a sinistra. Mi stupiva la quantità di sangue che traboccava dal Calice e pensai che avrebbe impregnato e macchiato tutto l’Altare, ma non ne cadde una sola goccia!
In quel momento la Vergine disse: “Te l’ho già ripetuto, questo è il miracolo dei miracoli, per il Signore non esistono né tempo, né distanza e 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗮𝗰𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗹’𝗔𝘀𝘀𝗲𝗺𝗯𝗹𝗲𝗮 𝘃𝗶𝗲𝗻𝗲 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗮𝗶 𝗽𝗶𝗲𝗱𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗮𝗹𝘃𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗖𝗿𝗼𝗰𝗶𝗳𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗚𝗲𝘀𝘂̀”. Può qualcuno immaginarselo? I nostri occhi non lo possono vedere, ma tutti siamo là, nello stesso momento nel quale lo stanno crocefiggendo e mentre chiede perdono al Padre, non solamente per quelli che lo uccidono, ma per ognuno dei nostri peccati: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno!”.
𝗔 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮 𝘀𝗲 𝗺𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗮𝘇𝘇𝗮, 𝗶𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗼 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝗴𝗶𝗻𝗼𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝘀𝗶, 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗼 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗰𝘂𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗰𝗮𝗽𝗮𝗰𝗶 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝗦𝗶𝗴𝗻𝗼𝗿𝗲 𝗰𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗲𝗱𝗲.
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𝘛𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘷𝘰𝘭𝘶𝘮𝘦𝘵𝘵𝘰 “𝘓𝘢 𝘚𝘢𝘯𝘵𝘢 𝘔𝘦𝘴𝘴𝘢” 𝘥𝘪 𝘊𝘢𝘵𝘢𝘭𝘪𝘯𝘢 𝘙𝘪𝘷𝘢𝘴 Importante: il volumetto ha ricevuto l’Imprimatur del Vescovo di San Vicente di El Salvador del 2 marzo 2004.
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