Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 9 settembre 2012

Dal Messale del popolo di Dio, estratto n°2


La chiave di lettura della seguente parabola è data dal versetto 13: “Vegliate, perché non sapete né il giorno né l’ora”. Letta nella comunità (nostra e di san Matteo), la parabola delle dieci vergini è una allegoria delle nozze di Cristo con la sua Chiesa. A questa appartengono buoni e cattivi (parabola della zizzania), saggi e stolti (versetto 8): tutti insieme vanno incontro al Signore, ma gli uni nella fedele vigilanza (versetto 4), gli altri nell’infedeltà (versetto 3).

Dal Vangelo secondo san Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il Regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, Signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.

Gesù descrive la beatitudine eterna come una festa di nozze in cui lo sposo è Cristo. Ma la parabola porta l’accento sulle insensate che trovano la porta chiusa, perché non sono giunte in tempo. La Parola che Gesù dirige a queste vergini è una delle più terribili di tutta la Sacra Scrittura: “Non vi conosco”. Si tratta della separazione totale, se si pensa che “conoscere” nella Sacra Scrittura implica un elemento affettivo. L’essere “respinti” avviene per una mancanza di “fede vigilante”. E’ terribile pensare che sovente la facciata è salva (erano vergini anch’esse), ma dentro l’amore è finito; e con esso la speranza. Si continua per abitudine, con stanchezza, per quieto vivere o per puntiglio, ma si è perduto il senso dell’ invito a nozze. Manca nell’intimo l’attesa vigilante e operosa (avere l’olio) del gioioso incontro con Cristo, preparato con attenzione.

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