Misericordia, cioè cuore verso i miseri, l’atteggiamento di
un Padre nei confronti dei suoi figli, che si sono allontanati dal bene e dalla
sicurezza, dalla consapevolezza che la casa del proprio Padre è il luogo
migliore dove risiedere per essere beati e in pace, come nella parabola del
Vangelo, quella del “padre misericordioso e del figlio prodigo”. Misericordia è
perdonare il prossimo, accettando nell’umiltà i suoi sbagli senza giudicare o
addirittura condannare, ma lasciando sempre aperta la possibilità che essi
cambino e il loro cuore si rivolga ai miseri, quindi essi stessi diventino
costruttori instancabili di misericordia e perdono: la vera pace e la
riconciliazione sono possibili quando il perdono è reciproco, quando da
entrambe le parti la misericordia diventa l’atteggiamento morale prevalente e
il male subito ingiustamente si tramuta in volontà di bene, se invece si
aderisce alla tentazione della vendetta, si lascia posto nel proprio cuore al
maligno e le sue intenzioni nocive e distruttive sono evidenti dalle
conseguenze di coloro che scelgono la violenza come soluzione alle controversie,
anche quelle più esacerbate; per diventare ed essere costruttori di pace è
necessario applicare con intelligenza la virtù della misericordia e guardare
agli altri in modo da intravedere la loro umanità, uguale alla nostra, mettendo
da parte il cinismo e i cattivi sentimenti, come la considerazione che chi ci è
di fronte sia qualcosa di diverso da noi, invece le persone che ci circondano, anche
le più lontane, sono proprio uguali a noi e degne del medesimo rispetto, della
medesima stima. Senza misericordia la società umana diventa il posto peggiore
in cui vivere, dove vale esclusivamente la regola che a vincere sono soltanto i
più forti e i deboli devono soccombere, una società dove tutti diventano homo homini lupus, cioè uomo lupo all’uomo,
dove tutti sono nemici di tutti, dove chi mangia gli altri e calpesta il
diritto applica il principio della massima intelligenza sociale, fare il proprio
interesse e personale tornaconto, anche a danno degli altri; una società come
una giungla, senza regole e senza misericordia, va inevitabilmente incontro
alla tragedia della guerra, al disordine incontrollato, è la società di peccato
come nelle antiche città di Sodoma e Gomorra, distrutte dalla giustizia dell’Altissimo.
Dio è misericordioso e quello della vita terrena è il tempo della misericordia,
tempo divenuto tale soprattutto dopo la Passione e la morte in Croce del Figlio
di Dio, il Risorto che elargisce la sua misericordia a tutti i lontani e
peccatori, perché li vuole salvare tutti, perché è volontà del Signore portare
tutte le anime in Cielo: se non si vuole passare per la porta della
misericordia, si dovrà necessariamente passare per quella della giustizia, dove
il male commesso avrà un peso tanto grande da trascinarci all’inferno, senza
più alcuna speranza. Con la misura con il quale uno è misericordioso, troverà
altrettanta misericordia presso Dio, se avrà negato la sua misericordia al
proprio prossimo, il Signore lo giudicherà con maggiore severità, attraverso un
giudizio di dura condanna: chi non perdona agli altri i loro errori, i loro
peccati, le loro mancanze, non può essere perdonato da Dio o meglio non può
pretendere da Dio il perdono e la riconciliazione, ma va inevitabilmente
incontro al tremendo Giudizio, dove oramai il tempo della misericordia offerto
per la conversione appartiene al passato e purtroppo è stato disatteso, forse
anche con arroganza e superficialità, con meschino disprezzo dell’amore. La
condiscendenza e la pietà operosa, che si attiva per il bene altrui, sono il
cuore della misericordia, condiscendere significa portare il proprio sguardo che
si trova in alto, in una posizione di privilegio, verso chi si trova in basso,
in una condizione di bisogno, di necessità d’aiuto: è l’atteggiamento tipico di
Gesù che ci rivela il cuore misericordioso del Padre nei confronti di ciascuno
di noi, suoi figlioletti amati; tutte le pagine del Vangelo sono permeate da
questo agire benevolo e misericordioso di Gesù verso le persone che andava
incontrando, nel cammino della sua predicazione. La misericordia e la
compassione sono il massimo attributo di Dio, la voce principale scritta nei
tratti salienti della sua carta d’identità: ognuno di noi deve prendere come
esempio Gesù e imitarlo nella sua misericordia, per ricevere misericordia e
perdono presso il Padre eterno, nostro Creatore.
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