Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 13 settembre 2012

La misericordia è condiscendenza e pietà operosa


Misericordia, cioè cuore verso i miseri, l’atteggiamento di un Padre nei confronti dei suoi figli, che si sono allontanati dal bene e dalla sicurezza, dalla consapevolezza che la casa del proprio Padre è il luogo migliore dove risiedere per essere beati e in pace, come nella parabola del Vangelo, quella del “padre misericordioso e del figlio prodigo”. Misericordia è perdonare il prossimo, accettando nell’umiltà i suoi sbagli senza giudicare o addirittura condannare, ma lasciando sempre aperta la possibilità che essi cambino e il loro cuore si rivolga ai miseri, quindi essi stessi diventino costruttori instancabili di misericordia e perdono: la vera pace e la riconciliazione sono possibili quando il perdono è reciproco, quando da entrambe le parti la misericordia diventa l’atteggiamento morale prevalente e il male subito ingiustamente si tramuta in volontà di bene, se invece si aderisce alla tentazione della vendetta, si lascia posto nel proprio cuore al maligno e le sue intenzioni nocive e distruttive sono evidenti dalle conseguenze di coloro che scelgono la violenza come soluzione alle controversie, anche quelle più esacerbate; per diventare ed essere costruttori di pace è necessario applicare con intelligenza la virtù della misericordia e guardare agli altri in modo da intravedere la loro umanità, uguale alla nostra, mettendo da parte il cinismo e i cattivi sentimenti, come la considerazione che chi ci è di fronte sia qualcosa di diverso da noi, invece le persone che ci circondano, anche le più lontane, sono proprio uguali a noi e degne del medesimo rispetto, della medesima stima. Senza misericordia la società umana diventa il posto peggiore in cui vivere, dove vale esclusivamente la regola che a vincere sono soltanto i più forti e i deboli devono soccombere, una società dove tutti diventano homo homini lupus, cioè uomo lupo all’uomo, dove tutti sono nemici di tutti, dove chi mangia gli altri e calpesta il diritto applica il principio della massima intelligenza sociale, fare il proprio interesse e personale tornaconto, anche a danno degli altri; una società come una giungla, senza regole e senza misericordia, va inevitabilmente incontro alla tragedia della guerra, al disordine incontrollato, è la società di peccato come nelle antiche città di Sodoma e Gomorra, distrutte dalla giustizia dell’Altissimo. Dio è misericordioso e quello della vita terrena è il tempo della misericordia, tempo divenuto tale soprattutto dopo la Passione e la morte in Croce del Figlio di Dio, il Risorto che elargisce la sua misericordia a tutti i lontani e peccatori, perché li vuole salvare tutti, perché è volontà del Signore portare tutte le anime in Cielo: se non si vuole passare per la porta della misericordia, si dovrà necessariamente passare per quella della giustizia, dove il male commesso avrà un peso tanto grande da trascinarci all’inferno, senza più alcuna speranza. Con la misura con il quale uno è misericordioso, troverà altrettanta misericordia presso Dio, se avrà negato la sua misericordia al proprio prossimo, il Signore lo giudicherà con maggiore severità, attraverso un giudizio di dura condanna: chi non perdona agli altri i loro errori, i loro peccati, le loro mancanze, non può essere perdonato da Dio o meglio non può pretendere da Dio il perdono e la riconciliazione, ma va inevitabilmente incontro al tremendo Giudizio, dove oramai il tempo della misericordia offerto per la conversione appartiene al passato e purtroppo è stato disatteso, forse anche con arroganza e superficialità, con meschino disprezzo dell’amore. La condiscendenza e la pietà operosa, che si attiva per il bene altrui, sono il cuore della misericordia, condiscendere significa portare il proprio sguardo che si trova in alto, in una posizione di privilegio, verso chi si trova in basso, in una condizione di bisogno, di necessità d’aiuto: è l’atteggiamento tipico di Gesù che ci rivela il cuore misericordioso del Padre nei confronti di ciascuno di noi, suoi figlioletti amati; tutte le pagine del Vangelo sono permeate da questo agire benevolo e misericordioso di Gesù verso le persone che andava incontrando, nel cammino della sua predicazione. La misericordia e la compassione sono il massimo attributo di Dio, la voce principale scritta nei tratti salienti della sua carta d’identità: ognuno di noi deve prendere come esempio Gesù e imitarlo nella sua misericordia, per ricevere misericordia e perdono presso il Padre eterno, nostro Creatore.

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